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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Arenella-Vergine Maria

L'orrore e le mazzette ai Rotoli, i timori dell'ex direttore: "Ci dobbiamo fare arrestare?"

Dall'inchiesta dei carabinieri emergono "degrado" e "malaffare" nel cimitero con la "connivenza" di Cosimo De Roberto, finito ai domiciliari. Salme spostate e casse aperte, lasciate a deposito illecitamente in una speciale sezione, la 58 bis. L'indagato: "Quei morti sono troppo lari..."

"Condizioni raccapriccianti", "degrado", "malaffare", "operazioni ordinarie e straordinarie gestite in maniera del tutto clandestina e illegale" e "gravemente lesiva della pietà per i defunti". E' un orrore quello che emerge sul camposanto dei Rotoli dall'ordinanza del gip Filippo Serio che ha disposto gli arresti domiciliari per l'ex direttore dei cimiteri comunali, Cosimo De Roberto, 63 anni, nell'ambito di un'inchiesta che coinvolge però decine di altre persone, tra operai Reset, impiegati del Comune e titolari di agenzie di pompe funebri. Salme spostate, casse di zinco aperte e morti messi a deposito - secondo l'accusa in totale violazione delle regole - in una speciale sezione del cimitero, la 58 bis, un "mercimonio" sul dolore e i defunti: gli indagati avrebbero infatti incassato denaro per consentire ai cittadini di saltare il turno delle tumulazioni e dare una degna sepoltura più rapidamente ai loro cari. Gli inquirenti parlano di una "connivenza" di De Roberto, che sarebbe stato al corrente di tutto - tanto da affermare in un'intercettazione: "Ci dobbiamo fare arrestare?" - ma non avrebbe fatto nulla per evitarlo e, anzi, avrebbe speculato a sua volta. 

E' un gravissimo atto d'accusa quello formulato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Francesca Mazzocco, che si basa sulle indagini condotte dall'estate scorsa dai carabinieri ai Rotoli. I pubblici ministeri avevano peraltro chiesto il carcere per De Roberto. Lui, assunto al Comune nel 1989 - ironia della sorte proprio il 2 novembre, giorno della ricorrenza dei defunti - e diventato direttore dei cimiteri comunali il 4 novembre del 2016 si era poi dimesso - prporio per via dell'inchiesta - lo scorso 5 febbraio. Attualmente fa parte dello staff per Risorse immobiliari.

Le mazzette e il furgone per il trasloco

Per la Procura, De Roberto si sarebbe fatto consegnare 800 euro da Nunzio Trinca, impresario funebre, per non rispettare l'ordine delle tumulazioni ad agosto dell'anno scorso. Altri 800 euro li avrebbe presi da un cittadino, sempre per accelerare i tempi di sepoltura di un parente, a ottobre dell'anno scorso, e altri 800, a settembre dell'anno scorso, da un'altra persona per il ricongiugimento dei resti in una sepoltura gentilizia della famiglia della moglie. Ma l'ex direttore dei cimiteri avrebbe anche utilizzato impropriamente uno dei furgoni del Comune, destinato al cimitero dei Rotoli, per fare il trasloco della figlia, il 12 luglio dell'anno scorso.

La "connivenza" dell'ex direttore

Dalle indagini dei carabinieri è emersa una "situazione di gravissimo degrado del cimitero dei Rotoli ove, tra l'altro, le salme in attesa rimanevano giacenti per diversi mesi - con conseguenti gravissimi problemi di natura sanitaria - e le sepolture avvenivano in modo caotico e arbitrario. In particolare emergeva l'esistenza di gruppi di dipendenti comunali, i quali, agendo tra loro con la medesima comunanza d'intenti, gestivano in maniera illecita l'effettuazione di numerose operazioni cimiteriali (inumazioni, tumulazoni, estumulazioni, esumazioni, cremazioni) rendendosi quindi responsabili di condotte penalmente rilvanti. Potevano agire - scrivono ancora i carabinieri - con la totale connivenza del direttore dei cimiteri comunali, Cosimo De Roberto, il quale, oltre a porre in essere autonome condotte illecite (concussione, corruzione, peculato d'uso), sebbene a conoscenza delle dinamiche di cui sopra, non provvedeva a denunciare alle autorità competenti gli innumerevoli episodi delittuosi verificatisi, così agevolandone  favorendone la consumazione".

Le operazioni "clandestine e illegali"

De Roberto ha fatto sì, come si legge ancora nell'ordinanza di custodia cautelare, che "un elevato numero di operazioni cimiterali sia ordinarie che straordinarie venissero di fatto gestite, in maniera del tutto clandestina e illegale, da gruppi di soggetti (perlopiù impiegati Reset) in totale disprezzo sia delle norme penali in materia di pubblica amminsitrazione e pietà dei defunti, sia in palese violazione dei regolamenti cimiteriali vigenti". Alcuni seppellitori, per la Procura, in accordo con dipendenti comunali con funzioni amministrative e con la connivenza di De Roberto "gestivano le tumulazioni e le inumazioni con modalità spartitorie, così determinando il caos e il pericolo per la salute pubblica", dicono ancora gli investigatori.

L'orrore nella sezione 58 bis

Secondo la Procura, sarebbe stata usata "come deposito temporaneo per le salme illecitamente esumate e estumulate un'intera areal del cimitero", la sezione 58 bis, anche all'insaputa dei parenti dei morti e sarebbero state "documentate le raccapriccianti condizioni del campo di inumazione", ma anche "la manomissione delle casse di zinco per consentire l'occupazione di spazio minore", e la gestione delle operazioni in maniera "arbitraria e previa consegna ai seppellitori di somme di denaro non dovute".

"Ci dobbiamo fare arrestare?"

In una conversazione tra De Roberto, un altro impiegato pubblico e altre due persone del 29 agosto dell'anno scorso si parlava della difficoltà a reperire loculi per soddisfare le richieste dei cittadini, sempre più pressanti. E l'ex direttore diceva: "Qual è questa sepoltura che è con un decomposto? Domani mattina la fanno, ma sai già qual è? Quanti posti è?". Uno degli interlocutori replicava: "Sei loculi sono" e De Roberto riprendeva: "Sei loculi quindi... più il centro, ce ne vanno almeno una ventina, va bene! Ma altri ne abbiamo poi?", chiedeva. Risposta: "Poi ce n'è un'altra alla 73 sono 5 loculi, ma l'ho aperta, è bassa...", quindi De Roberto concludeva: "E vabbè facciamoci questa e poi la prossima settimana ci facciamo le altre... Ma nel 'cammaruni' non ne abbiamo più?" e l'interlocutore: "No, non abbiamo più niente, neanche gli occhi per piangere abbiamo!". Interviene un altro: "Alla 58 bis ci sono!". E De Roberto: "No quelli, minchia, sono troppo... troppo lari, picciotti, minchia... Ci dobbiamo fare arrestare, vero?".
 

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