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Cronaca Politeama / Via Emerico Amari

Fine di un'era, chiude il Magneti Cowork: "Omicron la mazzata finale, tutti stanno chiusi in casa"

Trova il suo epilogo il noto punto di incontro tra le giovani intelligenze della città. L'amaro saluto del titolare Giuseppe Pignatone che a PalermoToday spiega come sono andate le cose: "Questi ultimi due anni sono stati un incubo"

La crisi economica miete un'altra vittima eccellente a Palermo. Dopo oltre cinque anni chiude oggi i battenti il Magneti Cowork, noto spazio in città dedicato allo studio, in via Amari. E' stato il primo coworking a Palermo nato con un’attenzione particolare agli studenti universitari e non solo ai professionisti. Locali che in questi anni sono stati utilizzati anche per importanti convention politiche. L'ultima - appena qualche giorno fa - in occasione della tappa palermitana di Carlo Calenda.

A spiegare come sono andate le cose a PalermoToday ci pensa il titolare, Giuseppe Pignatone, imprenditore palermitano di 52 anni: "Abbiamo pagato il passaggio da un'economia di condivisione a una shut in economy, che porta in tanti a stare chiusi in casa. Cioè siamo passati dal far convivere in 200 o 150 persone in una stessa stanza a un momento storico in cui c'è chi preferisce restare isolato anche in casa, nella stessa famiglia. Eppure ci eravamo attrezzati con plexiglass, distaziamento e riduzione dei posti ma non è bastato. Così è venuta a mancare l'anima del progetto. Sono stati due anni da incubo. Il tradimento più grande è stato quello di costringere un commerciante a cacciare la clientela. Mi hanno spinto a sostituire la forza pubblica. E dire che nella mia indole c'è il concetto di accogliere e non respingere".

Ecco perché Pignatone ha gettato la spugna. Anche perché all'orizzonte non è riuscito a intravedere spiragli incoraggianti. "Ancora oggi - dice - si parla di incremento della curva pandemica, impossibile in questo contesto storico pensare alla programmazione. In passato nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio eravamo pieni. Ora stanno tutti a casa. Viviamo in un clima di angoscia psicologica. E Omicron è stata la mazzata finale. Come se non bastasse abbiamo pagato anche l'incremento del costo delle bollette che prima poteva essere ammortizzato ma con la riduzione della clientela è diventato un altro problema".

Giuseppe Pignatone ha così deciso di salutare tutti con un post sulla pagina Facebook del coworking: "Il Magneti - ha scritto - è nato dal desiderio di dar vita ad un sogno quello di creare uno spazio libero, nuovo, capace di favorire l’attrazione tra le diverse anime di questa nostra grande città. Spero che in qualche modo sia stato vissuto così da ognuno di voi. Il Magneti Cowork era anche un’attività commerciale e come tale doveva rispondere a delle logiche di ordine economico e purtroppo questi ultimi due anni di pandemia sono stati devastanti. Aver immaginato un luogo catalizzatore di relazioni, connessioni, emozioni e progetti è stata e resterà una grandissima soddisfazione. Resta la speranza e il desiderio che ciò che è nato in questo spazio si mantenga e cresca nel tempo".

Idee, scrivanie, connessione internet, prese elettriche su ogni tavolo per collegare i pc. Magneti Cowork è stato un punto di incontro, uno snodo tra giovani intelligenze della città. Un luogo dove i ragazzi potevano trovare concentrazione e ispirazione. "Grazie, grazie per le vostre opinioni grazie per il rispetto mostrato in questi anni per il luogo e per chi lo viveva, grazie per i vostri sogni capaci di dar vita anche a delle tavole di legno, e ancora grazie a chi ha compreso il senso del Magneti e si è sentito a casa - è il saluto amaro del titolare -. Ancora grazie per avermi permesso di stare in mezzo a voi, di conoscervi, di vedervi crescere e di ammirare l’alba della splendida generazione che sta nascendo a Palermo".

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