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Cronaca Tribunali-Castellammare / Via Maqueda

Addio sogni proibiti e trasgressioni: chiude l'Orfeo, ultimo cinema a luci rosse della città

Gli storici locali di via Maqueda sono in affitto da qualche giorno. La sala era l'ultima sopravvissuta alla censura e poi anche alla tecnologia e a internet. Non ha retto invece alla crisi determinata dal Covid, che spazza via così un mondo nato alla fine degli anni Settanta

Addio all'ultimo cinema a luci rosse della città, sopravvissuto alla censura, tra mille difficoltà anche alla tecnologia, ma non alla terribile crisi determinata dal Covid: l'Orfeo di via Maqueda non rialzerà più le saracinesche. I locali - due sale su cinquecento metri quadrati - sono infatti in affitto da qualche giorno, come si può leggere su diversi siti di annunci immobiliari. Si chiude così un'era, iniziata alla fine degli anni Settanta, quando a Palermo le sale specializzate in pellicole erotiche e hard erano addirittura una quindicina.

Davanti al cinema a due passi dalla Stazione centrale - posizione strategica che nel tempo ha consentito di intercettare anche i clienti di passaggio, in attesa di un treno o di un autobus - restano solo i manifesti ingialliti con la scritta "vietato ai minori di 18 anni". Un'espressione che richiama sogni proibiti e trasgressioni a buon mercato, un mondo al quale però, ormai da diversi anni, è possibile accedere - senza scomodarsi e restando sul divano di casa - dalla rete, che offre una quantità sprositata di siti pornografici. Ed è un paradosso, perché i cinema a luci rosse nacquero in città proprio per cercare di fronteggiare i primi attacchi tecnologici, con l'avvento delle videocassette: quelle sale restavano infatti comunque l'unico posto in cui fruire facilmente di certe fantasie e con l'intensità del grande schermo. 

L'industria del porno è nata negli anni Settanta sulle coste della California, travolgendo poi tutto il mondo. E inizialmente - anche a Palermo - le proiezioni, nonostante i moralismi, erano molto affollate e rappresentavano comunque una ventata di novità ed emancipazione. Gradualmente, però, con l'avvento di dvd e connessioni alla rete casalinghe, il settore è andato seriamente in crisi, anche perché il "proibito" ormai è possibile trovarlo ovunque e forse proprio per questo ha perso tutto il suo fascino.

L'antico teatro/cinema Orfeo è stato costruito alla fine degli anni Venti. Ha due sale che possono accogliere ben trecento spettatori. Al suo interno c'è ancora una sala Macchine, con un vecchio proiettore sul quale un tempo scorrevano chilometri e chilometri di pellicola. Agli albori, l'Orfeo era un cinema "normale", dove si potevano vedere western e commedie all'italiana. Poi, all'inizio degli anni Ottanta, la sala è diventata a luci rosse. Prima con successo e poi con un pubblico sempre più ridotto (già una decina di anni fa erano stati cancellati gli spettacoli serali per esempio), composto soprattutto da uomini con i capelli bianchi, per i quali armeggiare con un lettore dvd o connettersi a internet era una specie di impresa. I costi da sostenere a fronte dei pochi biglietti staccati sono diventati inesorabilmente troppi.

Da mesi, per via dell'emergenza sanitaria, l'Orfeo - come tutti gli altri cinema - ha le saracinesche abbassate. Qualcuno - come si può leggere in rete - quest'estate chiedeva quando avrebbe riaperto i battenti. La risposta è: mai. Peraltro, non è detto che chi prenderà in affitto (a 9.500 euro al mese, è questa l'offerta al momento) i locali decida di continuare sulla strada del cinema. L'immobile è infatti da ristrutturare, come si legge nell'annuncio, e "si presta anche ad un cambio di destinazione d'uso". Al posto di donne senza veli e senza pudori potrebbe spuntare quindi anche un supermercato o qualsiasi altra attività.

L'immagine femminile propinata dalla pornografia è certamente fuorviante e oggi anche duramente attaccata da più parti, ma intorno al cinema a luci rosse - per molti (purtroppo o per fortuna) prima tappa di un percorso di iniziazione - resta un'aura di sogni e desideri, di libertà e di anticonformismo, che il Covid è però riuscito a spazzare via per sempre da Palermo.

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