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Cronaca Cruillas / Via Trabucco

Cervello, muore durante un intervento allo stomaco: parenti presentano denuncia

Salvatore Manzella, 39 anni, è entrato al pronto soccorso la sera del 5 in codice giallo. Dopo ore di attesa ha deciso di tornare a casa. L'indomani però le sue condizioni sono peggiorate ed è stato ricoverato in Gastroenterologia. I medici: "Abbiamo fatto il possibile, fatale un'emorragia"

Presunto caso di malasanità all'ospedale Cervello. Un uomo di 39 anni, Salvatore Manzella, è morto la notte scorsa nel reparto di Gastroenterologia durante un intervento in endoscopia allo stomaco. Secondo i parenti ci sarebbero evidenti responsabilità dei medici che lo hanno avuto in cura al pronto soccorso. Per questo hanno chiamato la polizia e hanno presentato un esposto. Per i medici dell'ospedale invece a causare il decesso dell'uomo, padre di due figli, sarebbe stata un'emorragia.

"E' entrato la sera del 5 al pronto soccorso - spiega Laura Alaimo, davanti alla camera mortuaria - e gli è stato dato il codice giallo. Ha dovuto attendere 3-4 ore, ma aveva troppi pazienti davanti a lui e così, data la tarda ora e il freddo della sala d'attesa, ha preferito rientrare a casa per tornare in ospedale l'indomani". In quel frangente, però, la situazione sarebbe irrimediabilmente precipitata. Il trentanovenne avrebbe vomitato sangue, mentre altre tracce ematiche sono state trovate nelle sue feci.

"La mattina successiva - continua Alaimo - Salvatore è tornato in ospedale. Stavolta gli è stato attribuito il codice rosso ed è stato ricoverato in Gastroenterologia". L'uomo però è morto intorno alla mezzanotte di ieri durante un intervento in endoscopia. Dopo alcuni momenti di tensione vissuti nel nosocomio, i familiari hanno presentato un esposto alla polizia che, una volta intervenuta, ha sequestrato la cartella clinica di Manzella. A non convincere i parenti e gli amici di Manzella è stata la tempistica del ricovero in pronto soccorso. Secondo loro le condizioni erano già gravi la sera del 5.

Ma secondo i medici a causarne il decesso sarebbero state le sue condizioni cliniche risultate critiche e culminate in un'emorragia - dovuta ad alcune varici esofagee - risultata poi fatale. "Abbiamo fatto il possibile - spiega il direttore dell'Uoc (Unità operativa complessa) Gennaro D'Amico - ma purtroppo, com'è ovvio che sia, esiste la possibilità che non si riesca a risolvere il problema. Possibilità pari al 10% dei casi. A memoria non ricordo un decesso per cause del genere da circa 8 anni".

L'uomo si era sottoposto ad una visita ambulatoriale lo scorso settembre, dopo aver accusato debolezza per via dei valori del sangue "sballati". Fatti i necessari accertamenti in day hospital, il paziente ha seguito tutto l'iter diagnostico previsto dalle procedure standard. Poi, dal reparto di Medicina, il caso è stato trasferito in quello di Gastroenterologia. "Abbiamo eseguito delle 'legature' alle varici - continua D'Amico - inserendo in endoscopia dei lacci elastici per bloccare il flusso di sangue. Si tratta di terapie che hanno una percentuale di mortalità comunque bassa, pari a circa il 2%. Ma c'è la possibilità che le cose non vadano per il meglio, ed il paziente era stato messo a conoscenza dei rischi. Tanto che aveva firmato il consenso informato".

Sui presunti "ritardi" al pronto soccorso. "Sono state attivate prontamente tutte le procedure - conclude D'Amico - per evitare che il problema alle varici degenerasse. Fino al sette, a livello emodinamico, la situazione era stabile. Poi sarebbe dovuto tornare la settimana successiva per completare la terapia". Ma nel frattempo si è consumata la tragedia. Fino a questa mattina il corpo dell'uomo si trovava nella camera mortuaria della struttura ospedaliera, in attesa dell'autopsia disposta dal magistrato.

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