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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Svolta nel caso Maiorana: "Abbiamo trovato il testimone a cui venne raccontato l'omicidio"

Dopo la nuova richiesta di archiviazione della Procura, l'avvocato di Rossella Accardo, ex moglie e madre delle vittime scomparse nel 2007, ha presentato l'opposizione con elementi che potrebbero portare alla soluzione del delitto dopo 13 anni: "Sappiamo chi è il 'Perrotta' delle intercettazioni"

Proprio mentre per la Procura le indagini sulla scomparsa dell'imprenditore Antonio Maiorana e di suo figlio Stefano sarebbero arrivate nuovamente a un punto morto - tanto che, come anticipato ieri da PalermoToday, all'esito di un anno di accertamenti disposti dal gip Marco Gaeta, è stata reiterata la richiesta di archiviazione - nell'opposizione depositata questa mattina dall'avvocato Giacomo Frazzitta, che assiste Rossella Accardo, ex moglie e madre delle vittime, potrebbe invece esserci la svolta. Il legale, infatti, sarebbe riuscito ad individuare un personaggio chiave della vicenda, citato in alcune intercettazioni come "Perrotta".

Una figura rilevantissima nell'inchiesta - anche se finora nessuno, neppure gli inquirenti, erano riusciti ad individuare l'uomo - perché sarebbe la persona alla quale il costruttore Francesco Paolo Alamia (indagato per il duplice omicidio, ma ormai deceduto) avrebbe raccontato il delitto, ovvero come il 3 agosto del 2007 i Maiorana sarebbero stati uccisi.

"Alamia aveva detto a Perrotta gli ha dato una spi... Poi particolare tensione". Questa è la trascrizione della conversazione avvenuta il 10 settembre 2015 tra il titolare di una ditta, Francesco Paolo Spinelli, e Dario Lopez, persona vicina ad Antonio Maiorana. Frazzitta, che non svela tutti i particolari, sostiene di aver rintracciato "Perrotta"una persona vicina a Maiorana. Trovare l'uomo non è stato semplice, ma in realtà era già presente sin dall'inizio delle indagini solo che, prima che venisse fuori l'intercettazione del 2015, il suo ruolo sarebbe stato considerato assolutamente secondario nella vicenda.

La difesa di Rossella Accardo - che non in tutti questi anni non ha mai smesso di chiedere giustizia - ora vuole che "Perrotta" venga sentito, ma chiede anche di confrontare il dna maschile ritrovato sulla Smart delle vittime non solo con quello dell'altro indagato, Giuseppe Di Maggio, figlio del boss di Torretta, ma anche con quello di tutte le persone che la mattina della scomparsa hanno avuto un ruolo nella vicenda. Frazzitta chiede anche di sentire Lopez, che in passato ha dichiarato di avere "moltissime cose da dire sulla sparizione dei Maiorana", ma che nessuno sarebbe mai andato ad interpellare. Infine, andrebbe ascoltata anche Karina Andrè, l'ultima compagna dell'imprenditore sparito, anche lei figura sfuggente e misteriosa nel giallo.

L'avvocato rimarca che "in tredici anni di indagini ci sono stati ripetutamente dei momenti in cui sembrava che si fosse arrivati ad una svolta, ma poi ci sono stati improvvisi rallentamenti". Secondo Frazzitta, inoltre, "il cambio continuo di pm non ha agevolato l'inchiesta e alla fine oggi - afferma - l'unica memoria storica di questa vicenda sono io, che l'ho seguita sin dall'inizio".

Una svolta importante era arrivata l'anno scorso, quando il procuratore aggiunto Salvatore De Luca ed il sostituto Roberto Tartaglia (oggi al Dap) erano riusciti finalmente ad indicare un movente per il duplice delitto: Antonio Maiorana e il figlio - di cui non sono mai stati ritrovati i corpi - sarebbero stati uccisi dopo che l'imprenditore avrebbe ricattato Alamia con un filmino porno, che l'avrebbe ritratto durante un rapporto sessuale con una minorenne. Un'operazione che Maiorana avrebbe messo in piedi per costringere il costruttore a mollare le sue quote della "Calliope" e della "Edilia", le società che avevano appena realizzato degli immobili a Isola delle Femmine. Un passaggio che sarebbe poi effettivamente avvenuto, visto che le quote di Alamia erano passate "a titolo gratuito" alla sua ex compagna argentina, Karina Andrè. E proprio nel momento più propizio, cioè quando le abitazioni erano pronte per essere vendute. E' per questo, secondo la Procura, che il costruttore defunto (sfiorato in passato da indagini antimafia) avrebbe avuto un motivo per volersi sbarazzare di Maiorana.

Un altro punto che il gip aveva chiesto di approfondire riguardava un'altra intercettazione, tra un cugino di Di Maggio, Giovanni, e un suo conoscente, Antonello Taormina: "Quell'altro portò la macchina pure, che non è stato?" e il riferimento per gli inquirenti sarebbe alla Smart dei Maiorana, ritrovata il giorno stesso della loro scomparsa nel parcheggio dell'aeroporto di Punta Raisi. In un altro punto Di Maggio dice: "Si è salvato perché si è litigato cu u nicu (Stefano Maiorana, ndr), mica sa a chi gliel'ha data (...) solo che quello disse: 'C'ero pure io qua! Poi sono uscito, me ne andai ed è rimasto Giuseppe (Di Maggio, ndr).

I due interlocutori sono stati sentiti dalla Procura, ma non avrebbero fornito elementi utili alle indagini. Questo, assieme all'esito negativo di altri accertamenti, ha spinto i magistrati a chiedere di nuovo l'archiviazione del fascicolo. Dall'oppisizione della parte civile, però, potrebbe arrivare una svolta decisiva. Il gip adesso dovrà fissare un'udienza e poi deciderà se chiudere il caso per l'ennesima volta o se continuare a scavare in un mistero che si protrae ormai da tredici anni.
 
 

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