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Cronaca

Caso Espresso-Crocetta-Tutino, cronisti presentano memoria difensiva

Il legale difensore dei giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi ha depositato il fascicolo nel quale viene ripercorso un anno di indagini condotte dai giornalisti de L'Espresso, allegando articoli e documenti raccolti nel tempo

Una nuova pagina è stata scritta sulla “spy story” del caso Espresso-Crocetta-Tutino. Dopo la bufera scoppiata all’indomani dell’articolo pubblicato sulla presunta intercettazione della conversazione tra il Governatore siciliano e il suo medico personale nonché ex primario di Villa Sofia, arrestato il 29 giugno per falso, truffa e peculato, il legale difensore dei giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi, ha presentato una corposa memoria difensiva alla Procura palermitana. Ma sulla vicenda si mantiene il massimo riserbo: “Non rilasceremo alcuna dichiarazione nel rispetto del lavoro della magistratura”, spiega l’avvocato Fabio Bognanni.

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Nelle pagine della memoria difensiva, corredata da articoli e documenti raccolti nel tempo, contenenti anche informazioni trattenute per lungo tempo in attesa di verifiche, contatti e analisi svolte ancor prima della pubblicazione di "quell’articolo-miccia", vengono avvalorate la tesi e la posizione de L’Espresso che, lo scorso 23 luglio, sono state al centro dell’articolo “L’intercettazione e il nostro lavoro”. “Come riportano gli atti della procura - si leggeva nell’articolo - tra ‘l’autunno del 2013 e i primi mesi del 2014’ erano in corso intercettazioni telefoniche e ambientali nei confronti di Tutino”.

Nel fascicolo depositato in Procura vengono ripercorsi i punti salienti delle indagini dei due cronisti, dalla questione della “Banca del seme” e dei titoli mancanti di Matteo Tutino per occupare la poltrona di primario alla “Guerra dei bisturi”, affermando l’esistenza dell’intercettazione e riportando alcuni dettagli che confermerebbero la versione resa pubblica da L’Espresso, smentita più volte dal Tribunale palermitano e rivendicata altrettante volte dalla testata giornalistica. Ma l’uso del condizionale appare obbligatorio.

Da quel fatidico giorno, che ha preceduto le dimissioni dell’ex assessore regionale alla Sanità Lucia Borsellino, si sono susseguite dichiarazioni di ogni genere, a favore e contro gli attori coinvolti dal caso, culminato con una denuncia penale per diffusione di falsa notizia e, per il solo Messina, anche per calunnia.

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