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Cronaca

Carenza medici, tre anni senza programmazione: via libera all’immatricolazione dei ricorrenti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Le porte dei corsi di laurea in Medicina tornano ad aprirsi! Tar e Consiglio di Stato hanno accolto i ricorsi patrocinati dallo studio legale Leone-Fell & C bacchettando ancora una volta il Ministero. Carenza medici, errato calcolo del fabbisogno e un'assoluta mancanza di programmazione le motivazioni che hanno spinto i giudici ad accogliere i ricorsi e disporre le immatricolazioni.

In pratica, dal 2018 ad oggi, Ministero e Università non hanno provveduto a calcolare il corretto fabbisogno e a stabilire di conseguenza il numero di posti da mettere a bando. Tre anni senza un'adeguata programmazione hanno portato a una carenza strutturale di medici e al collasso del Sistema sanitario nazionale. A peggiorare la già critica situazione la pandemia, tuttora in corso, che ha obbligato la Sanità italiana a correre ai ripari, richiamando in corsia pensionati e neolaureati non ancora specializzati.

“Negli ultimi giorni abbiamo ottenuto decine di decisioni favorevoli e tante sono quelle attese per i prossimi giorni - spiegano gli avvocati Francesco Leone, Simona Fell e Chiara Campanelli, dello studio legale Leone – Fell & C. prima law firm in Italia per numero di ricorsi, che da anni contesta i test d'accesso in Medicina e che grazie alle proprie azioni legali ha consentito l'accesso a oltre 4 mila aspiranti camici bianchi. Oltre al Consiglio di Stato, anche altri Tribunali amministrativi regionali hanno accolto i nostri ricorsi, dando seguito a quanto stabilito dal Consiglio di Stato che, lo scorso settembre, ha annullato il Decreto ministeriale di determinazione del fabbisogno formativo a causa del disallineamento con l’offerta formativa universitaria e dell’insussistenza di un limite numerico ragionevolmente imposto per l’accesso tramite trasferimento”.

In altri termini, il Ministero e le Università, a causa di un’istruttoria scorretta e sottodimensionata, non hanno utilizzato tutti i posti effettivamente disponibili, falsando l'offerta formativa.

“Siamo lieti che i giudici amministrativi, dopo anni di battaglie – concludono i legali – ci abbiano dato finalmente ragione, confermando quell’errato calcolo del fabbisogno da noi denunciato proprio a partire dal 2018! Si tratta di un’importante vittoria per i nostri ricorrenti, che potranno a breve iniziare il corso di laurea in Medicina, ma anche per chi ancora oggi è fuori dal percorso universitario, perché potrà farne richiesta e ottenere dai giudici il tanto aspirato posto. Ora, il prossimo step sarà quello di lottare affinché anche il numero di borse per le Specializzazioni mediche segua il medesimo trend di crescita”.

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