Dopo lo scandalo beni confiscati, ora Cappellano Seminara rischia il processo per evasione
L'avvocato, già a giudizio a Caltanissetta con l'ex presidente delle Misure di prevenzione, Silvana Saguto, è accusato di aver emesso false fatture e di aver sottratto beni al fisco. L'anno scorso gli era stato sequestrato un patrimonio da 2 milioni e 400 mila euro. A metà ottobre l'udienza preliminare
Nuova grana giudiziaria per l'avvocato Gaetano Cappellano Seminara, già sotto processo a Caltanissetta assieme, tra gli altri, all'ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto, per lo scandalo sulla gestione dei beni confiscati alla mafia. Adesso il professionista rischia infatti un processo per evasione fiscale: a metà ottobre si terrà l'udienza preliminare e il giudice dovrà decidere se rinviarlo a giudizio.
Per questa vicenda, a luglio dell'anno scorso, Cappellano Seminara aveva subito un sequestro di beni dal valore di circa due milioni e 400 mila euro e il gip Piergiorgio Morosini gli aveva anche inflitto una misura interdittiva che per un anno gli avrebbe impedito di esercitare sia l'attività forense che quella imprenditoriale. Una decisione che poi era stata in parte rivista dal tribunale del Riesame, dove avevano presentato ricorso gli avvocati dell'imputato, Sergio Monaco e Rosario Calì. I giudici avevano restituito beni per circa 600 mila euro e revocato la misura interdittiva.
Cappellano Seminara, secondo il procuratore aggiunto Sergio Demontis ed il sostituto Andrea Fusco, avrebbe emesso e utilizzato fatture per operazioni inesistenti, avrebbe sottratto beni alle azioni esecutive del fisco e avrebbe anche commesso il reato di autoriciclaggio. L'inchiesta tributaria della guardia di finanza era partita nel 2015 e ruotava attorno alla Legal Gest Consulting srl, società fondata dall'avvocato nel 2001.
L'azienda sarebbe stata messa su proprio per far fronte all'enorme mole di lavoro legata alla gestione di una cinquantina di patrimoni in amministrazione giudiziaria che negli anni erano stati affidati a Cappellano Seminara da Silvana Saguto. Per gli inquirenti, la società avrebbe fornito all'imputato di volta in volta le prestazioni di cui avrebbe avuto bisogno, ma sarebbe stata creata in realtà soltanto per duplicare i costi ed evadere il fisco.
Tra il 2011 ed il 2014, secondo l'accusa, i professionisti inviati allo studio legale Cappellano Seminara dalla Legal Gest Consulting sarebbero stati infatti già pagati dallo stesso studio ed è con questo presunto trucco che sarebbero state emesse ed usate false fatture per operazioni insesistenti.
Tra i beni che erano finiti sotto sequestro e che erano stati poi restituiti all'avvocato dal Riesame c'erano il diritto di usufrutto su un appartamento di via Principe di Scordia dal valore di 110 mila euro, quello su un immobile di Fondo Anfossi, a Mondello, dal valore di 159 mila euro, quello su un magazzino tra via Roma e via Cavour da 235 mila euro, quello su un appartamento di via Mariano Stabile da 94 mila euro.