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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Nuove procedure al Civico, caos sui ricoveri: malati di tumore rispediti a casa

Una nuova circolare è stata emessa dopo il blitz della Finanza, che sta facendo luce su presunte irregolarità nella gestione dei ricoveri programmati degli ultimi 3 anni. I medici: "Così blocco delle attività". Il direttore generale: "Maggiore trasparenza"

Reparti ingolfati e pazienti rispediti a casa senza esami, tutto per una nuova procedura nella prenotazione dei ricoveri "in elezione". Da qualche giorno confusione e timori regnano all’ospedale Civico all’indomani del blitz della guardia di finanza disposto dalla Procura, finalizzato all’acquisizione di una grossa mole di documenti e cartelle cliniche negli uffici amministrativi e in molti reparti fra quelli di chirurgia su alcune prestazioni erogate tra il 2013 e il 2016. Una situazione che ha fatto sì che un uomo che si era presentato l’altro ieri per una spirometria e un elettrocardiogramma, con un tumore a un polmone e un intervento "da eseguire quanto prima", venisse mandato a casa "senza nessuna stima sui tempi - scrive il figlio del paziente - in quanto erano impossibilitati ad effettuare la stampa della cartella".

Questo è soltanto uno degli episodi che si sono verificati negli ultimi giorni. Come quello di una donna che ieri mattina, dopo il mancato ricovero del marito in vista di un’operazione, ha protestato animatamente lungo i corridoi della direzione, sottolineando pure di aver sborsato 200 euro per una visita privata in ospedale, in regime di intramoenia. "E’ un caso raro, ne faremo una decina l’anno - spiega il primario di Chirurgia toracica Giuseppe Di Miceli - ed è una procedura prevista per la quale, a prescindere da tutto, è stata regolarmente emessa una fattura. Ma ciò non garantisce certo un canale preferenziale per le liste d’attesa, che da noi sono comunque molto corte. C’è stato un problema a livello informatico che è stato poi risolto dalla responsabile e il paziente domani (oggi, ndr) sarà ricoverato".

Disservizi che si collocano per una coincidenza a pochi giorni dagli accertamenti eseguiti dalla Finanza. Mentre i militari acquisivano gli atti, il 9 novembre, una circolare inviata a tutti i direttori dei reparti ricordava loro che da lì a poco si sarebbe dovuta applicare la nuova procedura secondo cui tutti i medici, d’ora in poi, potranno gestire le agende di prenotazione attraverso l’utilizzo del sistema informatico sanitario, per cui non sarà più necessario inviare richieste di inserimento in lista all’ufficio di Accettazione medica di presidio. "Per noi il Centro unico prenotazioni funzionava bene, permettava un controllo più organico dei flussi di pazienti e rappresentava una tutela generale. Mentre in questa maniera - confessa un altro medico - siamo più esposti alle pressioni esterne. Questo ci ha creato non poche difficoltà anche di carattere pratico, per cui possiamo dire di aver avuto problemi e di aver ‘smaltito’ lentamente i ricoveri".

Quella circolare, e dunque la nuova procedura, per il direttore generale del Civico Giovanni Migliore sono sinonimo di maggiore trasparenza. "Sulla casualità bisogna dire che questo atto, effettivamente arrivato quello stesso giorno, è solo la prosecuzione naturale del regolamento 2014/0264 che abbiamo istituito noi nel settembre 2015, e che prima mancava, che consentirà a medici di inserire i pazienti nelle agende per i ricoveri. Dovranno comunque essere motivate le scelte e soprattutto ne risponderanno individualmente in termini di responsabilità. Diciamo che c’è qualche resistenza al cambiamento, ma andiamo avanti". Storcono il naso diversi professionisti del Civico, che in questo quadro di incertezza preferiscono non esporsi, e ammettono di leggere in altro modo quello che "ritengono un gesto scomposto" rispetto alla visita di una cinquantina di finanzieri in borghese di pochi giorni fa. Ma la loro preoccupazione, dicono, è quella di non riuscire più a fornire un servizio di qualità e con tempi di attesa trasparenti a garanzia dei pazienti.

Con la procedura decentrata "c’è stato un rallentamento nei ricoveri - spiega un altro dottore - che inizialmente potrebbe considerarsi fisiologico, lo capiremo fra un po’. Ma oltre a essere a essere meno comoda e pratica, non garantisce la stessa sicurezza in termini di controllo". Lui come altri teme che in queste pieghe si possano insinuare le ipotesi di reato di truffa e peculato sulle quali cercheranno di fare chiarezza gli investigatori. Il loro obiettivo è quello di accertare se ci sia stata una gestione "allegra" nelle procedure di preospedalizzazione e dei cosiddetti ricoveri urgenti non transitati dal pronto soccorso.

Su questi ultimi, già a settembre 2015, la direzione sanitaria aveva scritto ai direttori delle unità operativa per ricordare che bisognava considerarli come una "deroga alle previste modalità di accesso in ospedale per i casi urgenti, di norma attraverso il pronto soccorso, solo nei casi di pazienti trasferiti da altri ospedali, pronto soccorso, strutture convenzionate, rete Ima, rete Politrauma, etc". Per i vertici dell’ospedale, che hanno garantito massima collaborazione agli investigatori, le indagini potrebbero rivelarsi una "bolla di sapone". Di parere opposto gli addetti ai lavori i quali ritengono che il blitz possa servire a far ulteriormente luce su un "sistema consolidato". Il commento, tra i viali dell'ospedale, sembra infatti unanime: "Hanno scoperto l’acqua calda".

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