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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Santa Cristina Gela

"E' viva": Lea rivede la luce, dopo 5 giorni cagnetta sbuca da una grotta

Dato ormai per spacciato, l'animale è stato recuperato dopo complicate operazioni da due speleologhe del Soccorso alpino e speleologico siciliano. Da domenica Lea era bloccata in fondo a una grotta nelle campagne di Santa Cristina Gela

"Lea è viva". Quando sembrava finita, la cagnetta di otto anni che da domenica era rimasta bloccata in fondo ad una grotta nelle campagne di Santa Cristina Gela, è sbucata dal buio e ha rivisto la luce. L'animale è stato recuperato oggi pomeriggio alle 17.30 da due speleologhe del Soccorso alpino e speleologico siciliano. E dire che ieri le operazioni erano state interrotte, con le speranze ormai ridotte al lumicino.

Cane intrappolato, vigili del fuoco in azione | VIDEO

L'intervento di oggi pomeriggio, a cui hanno preso parte 8 tecnici del Sass, si è protratto per due ore e mezzo. La cagnetta era bagnata e spaventata ma in buona salute. Le speleologhe le hanno dato subito del cibo poi l'hanno imbracata e riportata lentamente in superficie dove ad attenderla c'erano i proprietari.

Le operazioni di salvataggio sono state assai difficoltose a causa della dimensione estremamente ridotta dei cunicoli di accesso. Lea, questo il nome del segugio femmina di 8 anni, probabilmente inseguendo un coniglio, domenica era entrata in una grotta alla fine del quale si sviluppa un sistema di pozzi con altri passaggi molto stretti. Il padrone ha tentato di raggiungerla ma è riuscito a percorrere solo pochi metri. Nei giorni successivi sono stati fatti altri tentativi, tutti andati a vuoto. Mercoledì sera è stata allertato il Soccorso alpino e speleologico siciliano che ha inviato sul posto una squadra di speleologi. I tecnici della stazione Palermo-Madonie hanno fatto un primo tentativo ma hanno dovuto rinviare l'intervento per la necessità di allargare un passaggio troppo stretto.

Poi l'area era stata messa in sicurezza. I cunicoli sono stati attrezzati (“armati”, in gergo speleologico) con un sistema di corde fissate al muro per mezzo di appositi chiodi (spit). Quindi i tecnici del Sass si sono addentrati fino a raggiungere il pozzo. Ma fino a ieri del cane non c'era nessuna traccia, così in tarda serata le operazioni erano state interrotte. Stamattina, però, il padrone ha sentito abbaiare Lea in lontananza. Quindi nel pomeriggio le operazioni per tentare il recupero del cane sono riprese con l'arrivo di altri speleologi della Stazione Sicilia orientale della X Delegazione Sass. La speranza, la lunga attesa, poi il "miracolo", che si è materializzato alle 17.30 quando le due speleologhe sono sbucate dal buio con Lea in braccio.
 

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