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Cronaca

Campagna di Sensibilizzazione: “Sono bambina, non una sposa”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

“In occasione della giornata di alto livello sul tema delle spose bambine ed organizzata da Onu Italia, che si terrà il 22 Settembre 2014, manifestiamo la nostra volontà di promuovere una campagna di sensibilizzazione, da promuovere in ogni contesto possibile, partendo dal sistema scolastico. Siamo convinte che il sapere diffuso e condiviso, per quanto riguarda la condizione dei diritti umani negata, possa contribuire ad una presa di consapevolezza utile ad un fenomeno di cambiamento”.

E’ iniziata così la campagna di sensibilizzazione partita dalla Sicilia e, che si è diffusa rapidamente in vari ambiti. “Sono Bambina, Non Una Sposa”, uscita ufficialmente lunedì 22 Settembre, è stata anticipata da Onu Italia, nella giornata di domenica. Il Presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, ha inviato una lettera di Encomio. I complimenti sono arrivati dalla Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini. Notevole il consenso mediatico; la campagna sta arrivando all’estero.

L’Italia è dalla parte delle spose bambine: vittime di una violazione dei diritti umani che ne limita l’istruzione delle giovanissime donne e provoca danni alla loro salute fisica e emotiva. E' una priorità dell’agenda italiana all’Onu, come e’ stato sottolineato dalla Rappresentanza Permanente alle Nazioni Unite nel corso di un evento ad hoc organizzato al Palazzo di Vetro. L’Italia organizzerà su questo tema un evento di alto livello il prossimo 22 Settembre, a margine dei lavori dell’Assemblea Generale Onu. I matrimoni precoci e spesso forzati trovano profonde radici negli squilibri di potere tra donne e uomini, in stereotipi e leggi che rispecchiano l’idea che la donna debba ricoprire un ruolo sociale e familiare subalterno, regolato da modelli patriarcali, sul consenso al controllo sociale sul corpo e sulle scelte sessuali delle donne.

Nel 2013 nei Paesi in via di sviluppo una bambina ogni 3 si sposa prima dei 18 anni, 1 su 9 e costretta a sposarsi addirittura prima dei 15. Le bambine prive di istruzione hanno il triplo di probabilità in più di sposarsi prima dei 18 anni rispetto a quelle con livello di istruzione secondario o più alto. Nei 4 Paesi in cui i matrimoni precoci sono più diffusi – Niger, Chad, Bangladesh e Guinea – oltre il 60% delle ragazzine prima dei 18 anni è sposata. Le figlie di madri giovani analfabete hanno la più altra probabilità di abbandonare la scuola, sposarsi giovani e ricadere nella povertà.
Stiamo assistendo a spose bambine dell’età di 8 anni.

Circa 70 milioni di donne nel mondo in via di sviluppo (esclusa Cina) tra i 20 e i 24 anni, oltre una su tre, si sono sposate prima dei 18 anni. Se la tendenza attuale proseguirà, entro il 2020, 142 milioni di bambine si sposeranno prima di aver compiuto 18 anni. Parliamo di 14,2 milioni di bambine sposate ogni anno, vale a dire 37.000 ogni giorno. Almeno 50 mila ragazze tra i 15 e i 19 anni muoiono a causa di complicazioni durante la gravidanza e il parto. Inoltre, se una madre ha meno di 18 anni, il rischio che il suo bambino muoia nel primo anno di vita è del 60% più alto di uno nato di una donna che ha superato i 19 anni.

Si calcola che ogni giorno, nei paesi in via di sviluppo, circa 20 mila ragazze sotto i 18 anni partoriscono, ossia 7,3 milioni all'anno. Di queste circa 2 milioni hanno meno di 15 anni. Se si includono tutte le gravidanze, anche quelle che non arrivano al parto, il numero è molto più alto. Perché il corpo di una bambina non è pronto ad affrontare uno sforzo simile. Così, ogni anno muoiono 70 mila adolescenti che per complicanze legate alla gravidanza. E sono 3,2 milioni gli aborti a rischio. Il 95% delle nascite da madri adolescenti si verifica nei paesi in via di sviluppo, dove d'altronde si concentra l'88% di tutta la popolazione adolescente. Ma anche nei paesi cosiddetti sviluppati capita alle ragazze di rimanere incinta: ci sono 680 mila adolescenti madri ogni anno, la metà delle quali negli Stati Uniti.

Il matrimonio forzato è quello in cui una o entrambe le persone coinvolte devono unirsi contro la propria volontà. Secondo l’articolo 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, è innanzitutto una violazione dei diritti umani. Il citato articolo recita: “Il matrimonio potrà essere concluso solo con il libero e pieno consenso dei futuri sposi”. Il concetto è stato ribadito in sede Onu anche dalla Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (cedaw) e dalla Convenzione sul consenso al matrimonio, l’età minima per il matrimonio e la registrazione dei matrimoni (ccm) adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 7 novembre 1962. Quest’ultima al punto 1 stabilisce: “Non verrà contratto legalmente alcun matrimonio senza il pieno e libero consenso dei partners”.

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