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Cronaca

Ricorso di Legambiente, Wwf e Lipu al Tar: "Sospendere calendario venatorio"

L'assessorato regionale ha anticipato di un mese la stagione delle doppiette. Secondo le associazioni ambientaliste "non vengono rispettate diverse norme nazionali e i pareri espressi dall'Ispra"

Legambiente Sicilia, Wwf e Lipu hanno presentato al Tar la richiesta di revoca e di sospensiva del calendario venatorio 2017/2018 emanato nei giorni scorsi dall'assessore all'Agricoltura della Regione Siciliana, Antonello Cracolici, perché "non vengono rispettate diverse norme nazionali e i pareri espressi dall'Ispra". 

Nei giorni scorsi le associazioni ambientaliste, secondo quanto si legge in una nota, avevano inviato una diffida per chiedere che almeno il calendario si uniformasse al parere dell'Ispra, "invece largamente e gravemente disatteso proprio in materia di specie e periodi. Ad esempio, Ispra aveva chiesto di diminuire l'elenco delle specie cacciabili e di aprire la caccia solo a ottobre. Invece sono state inserite ben 13 specie di uccelli che censimenti e studi scientifici internazionali indicano come minacciate, rare o in declino preoccupante e dunque necessitanti di tutela anzichè di caccia smodata".

Inoltre, nel ricorso si sottolinea "la grave situazione che persiste nella nostra regione a causa degli incendi, che hanno devastato oltre 20mila ettari e dalla lunga siccità". "Malgrado la nostra diffida - dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia - e l'invito che abbiamo rivolto al Governo e a quasi tutti i presidenti di quelle regioni colpite da incendi e siccità di posticipate l'apertura della caccia al primo ottobre, l'assessore siciliano, piegandosi ancora una volta alla lobby dei cacciatori, ha emanato un calendario venatorio che anticipa vergognosamente l'avvio della caccia in Sicilia".

Per il responsabile siciliano “fauna” del WWF, Ennio Bonfanti “è una immane follia sparare alla fauna scampata dal fuoco, quello di Cracolici è un atto irresponsabile, raccapricciante. Dal punto di vista etico, è vergognosa la condanna a morte, per puro 'sport', di migliaia di animali che sono riusciti a sopravvivere alle fiamme e alla scarsità d’acqua: di fatto viene legalizzato un vero e proprio sterminio. Con la scellerata pre-apertura sin dal 2 settembre - spiega Bonfanti - gli animali selvatici sopravvissuti alle calamità naturali della siccità e ai criminali degli incendi, subiranno tutta la pressione venatoria di 32 mila cacciatori siciliani che si concentrerà proprio nelle zone che possono garantire ancora il sostentamento necessario agli animali per sopravvivere”.

La replica di Cracolici

“In caso di ricorso contro il calendario venatorio 2017/2018, presenteremo attraverso l’Avvocatura le ragioni del decreto sulla caccia”. Lo dice l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici. “Il calendario venatorio della Regione Siciliana - si legge in una nota - prevede numerose disposizioni a tutela della fauna rispetto agli anni precedenti, come regimi di tutela particolare per alcune specie migratorie, limitazioni sul turismo venatorio selvaggio, (introdotte per la prima volta in Sicilia) sul numero di capi prelevabili e sulle modalità di caccia (ad esempio allodola in appostamento ed uso del furetto) oltre a prescrizioni speciali nelle zone vicine alle aree interessate dagli incendi: per la prima volta è stata introdotta una fascia di rispetto di 100 metri lungo i confini delle aree colpite dalle fiamme, dove sarà interdetto il prelievo venatorio, oltre al generale divieto di caccia nelle zone percorse da incendio stabilito dalla legge – continua Cracolici. Il decreto sul calendario venatorio è il frutto di un lungo lavoro di confronto con tutti i portatori di interesse del mondo ambientalista, venatorio, agricolo e scientifico che sono rappresentati all’interno del Comitato Faunistico Venatorio. Va ribadito che il parere espresso dall’Ispra non ha assolutamente limitato la possibilità della pre – apertura. Anzi, lo stesso Istituto ha indicato, com’è di sua competenza, i giorni e le specie da cacciare a settembre, in regime di apertura anticipata della caccia. La data di inizio dell’attività venatoria, è materia regolata dalla legge quadro 157 del 92 a cui fa riferimento  anche la legge regionale 33 del 92 e non da organi tecnici del Ministero conclude l’assessore regionale all’Agricoltura. La normativa indica esattamente l’intervallo di tempo entro il quale può essere esercitata la caccia in Italia, ovvero dal 17 settembre  al 31 gennaio dell’anno successivo e stabilisce la possibilità di istituire giornate di pre- apertura nei primi giorni di settembre. Nell’arco temporale indicato, ogni regione regola dunque in piena legittimità”.

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