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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Resuttana-San Lorenzo / Via Salvatore Aldisio

Il procuratore De Raho: "Falcone si impegnò più di tutti nel contrasto alla mafia"

Il procuratore nazionale antimafia è intervenuto a un convegno al liceo Meli, dove ha anche inaugurato la "Via della legalità", una raccolta di fotografie, striscioni e titoli dei giornali degli anni più bui e intensi della lotta alla criminalità organizzata

"Giovanni Falcone fu il magistrato che si impegnò più di tutti nel contrasto alla mafia. Nel corso di uno dei suoi tanti interventi. Falcone disse apertamente che la repressione che portava avanti era alla base del forte amore che aveva per il popolo siciliano". A ricordarlo è stato il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, che stamani ha partecipato al convegno "Il mutamento della mafia. I fondi europei e le terre liberate" organizzato al liceo classico Giovanni Meli. Nei locali dell'istituto è stata anche inaugurata la "Via della legalità", una raccolta di fotografie, striscioni e titoli dei giornali degli anni più bui e intensi della lotta a Cosa nostra. Presente anche il sindaco Leoluca Orlando, per il quale "il corridoio (dove è stato esposto il materiale ndr) è luogo di speranza per le future generazioni e di memoria attiva che gli studenti portano avanti con grande impegno civile e senso dello Stato".

"Bisogna impegnarsi - ha detto De Raho - perché la nostra società migliori e la nostra società riesce a crescere se c'è in tutti la volontà di migliorarla e tutti si è disposti a rischiare una parte di se stessi o se stessi perché le cose possano migliorare. Quelli che abbiamo in Sicilia, a Palermo in particolare, sono esempi importantissimi che ci hanno indicato una strada e che dobbiamo seguire". 

Il procuratore ha sottolineato gli sforzi che il Paese compie sul fronte della lotta all criminalità organizzata. "Non credo che in Italia non si parli abbastanza di mafia - ha aggiunto - in questi anni stiamo sottraendo un patrimonio incredibile a Cosa Nostra e tutto questo non avviene nel resto dell'Europa. La mafia ha sofferto negli anni '80 e '90, dopo le stragi di Capaci e via d'Amelio, ad esempio, Cosa nostra è stata costretta a nascondersi nel silenzio"

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