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Cronaca Caccamo

Il Ris: "Roberta uccisa e bruciata al campo sportivo, tracce di sangue in casa del fidanzato"

La relazione dei carabinieri sul delitto avvenuto a Caccamo a fine gennaio smentisce la versione fornita dal presunto assassino, Pietro Morreale: nella sua auto trovati capelli e materiale carbonizzato. Da chiarire se l'indagato sia stato aiutato da qualcuno e perché quella notte passò due volte lungo la strada del Monte San Calogero

Non ha mai confessato e, anzi, ha fornito una versione dei fatti che porterebbe ad un suicidio. Ora a minare ancor più pesantemente le affermazioni di Pietro Morreale, il giovane accusato di aver ucciso e bruciato il cadavere di quella che era la sua fidanzata, Roberta Siragusa di appena 17 anni, sono gli esiti degli accertamenti compiuti dal Ris di Messina. La ragazza sarebbe stata ammazzata, come già si era ipotizzato, al campo sportivo di Caccamo, e data alle fiamme nello stesso posto, per poi essere caricata nella macchina dell'indagato e gettata in un dirupo lungo il Monte San Calogero.

Il terribile delitto avvenne tra il 23 e il 24 gennaio, dopo che i due - nonostante il coprifuoco - avevano trascorso la serata in una villetta con altri amici. Morreale ha raccontato di aver accompagnato la ragazza a casa alle 2.15 di quella notta. In realtà Roberta Siragusa a casa non era mai rientrata. Il suo cadavere, seguendo le indicazioni dello stesso indagato, era stato ritrovato con la parte superiore "completamente ustionata e priva di vestiti". Intorno, però, non era stata rilevata alcuna traccia d'incendio.

Il corpo bruciato al campo sportivo

Al campo sportivo, invece, i carabinieri - e lo confermano nella loro relazione - avevano trovato frammenti del reggiseno, del jeans e della maglietta della vittima ed anche un mazzo di chiavi: proprio quelle di Roberta, come aveva confermato sua madre agli investigatori. Tutti questi reperti sono stati bruciati con della benzina, di cui sono state ritrovate tracce anche sui pantaloni che la ragazza indossava quella sera. 

La morte per asfissia

Da questi segni il Ris deduce quindi che la giovane sia stata data alle fiamme al campo sportivo. Non è chiaro - per conoscere gli esiti definitivi dell'autopsia occorrerà attendere fino a maggio - se sia stata prima picchiata e stordita, se fosse ancora viva quando il suo corpo ha preso fuoco. I medici legali finora hanno accertato un decesso per asfissia.

"Capelli e materiale bruciato sul sedile dell'auto"

Che il corpo della vittima sia stato poi caricato nella Fiat Punto dell'indagato lo dimostrerebbero altri reperti trovati proprio sulla macchina dai carabinieri: in particolare "tracce di formazioni pilifere", probabilmente capelli, e altro "materiale combusto" sul sedile porteriore. Alcune tracce di sangue - riconducibili secondo gli investigatori a Roberta Siragusa - sarebbero state trovate sul freno a mano dell'auto. Nella macchina, però, sono state individuate dal Ris anche altre tracce ematiche, in questo caso di Morreale, nello specificio sullo sportello e sul volante. 

Tracce di sangue della vittima nel lavandino di casa Morreale

I carabinieri hanno anche ritrovato tracce di sangue riconducibili alla vittima nel lavandino della casa del presunto assassino. Sono in corso ulteriori accertamenti su un paio di scarpe sequestrato al padre dell'indagato. 

Tanti punti oscuri

Restano ancora tanti punti oscuri nella vicenda: Morreale è stato aiutato da qualcuno a disfarsi del corpo della ragazza? Perché - come ha immortalato una telecamera all'inizio della strada dalla quale è stato gettato il cadavere - la Fiat Punto di Morreale è passata per ben due volte da lì quella notte? La prima il passaggio è stato registrato alle 2.37 con ritorno alle 2.43 e la seconda alle 3.28 con rientro alle 3.40.

Il movente

Dalle testimonianze raccolte dalla Procura di Termini Imerese è emerso che Roberta Siragusa avrebbe subito diverse violenze da Morreale e che avrebbe voluto lasciarlo. Gli amici dei due hanno raccontato che l'indagato "provava un sentimento morboso" nei confronti della vittima e che una volta Morreale l'avrebbe colpita in faccia facendole un occhio nero.
 

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