rotate-mobile
Cronaca Resuttana-San Lorenzo / Via Abruzzi

"Buona scuola", protesta all'istituto Tomaselli: docenti rinunciano al premio

L'organo collegiale ha votato all'unanimità una proposta di delibera per rifiutare il bonus e lanciare una sfida al Miur: reinvestire quelle somme per migliorare l'offerta formativa, aiutare gli studenti disabili e acquistare attrezzature

Hanno deciso all’unanimità di rinunciare al bonus previsto dalla riforma della "Buona scuola" perché il lavoro di docente va retribuito e non premiato e hanno rilanciato provocatoriamente la redistribuzione di quelle risorse. E' la protesta silenziosa degli insegnanti della scuola elementare Tomaselli di via Abruzzi, nata dalla lettera di una docente emiliana che è stata poi trasformata in una proposta di delibera dalla Rsu Renata Casamichele contro quanto previsto dalla legge 17/2015. "La libertà d’insegnamento - si legge nel documento - viene sostanzialmente negata da un sistema di valutazione i cui criteri sono elaborati localmente da un ristretto gruppo di persone, tra cui anche figure che non hanno nessun titolo e nessuna competenza per valutare un lavoro complesso e difficile come quello dell’insegnante”.

La proposta è stata subito condivisa da tutti e così facendo il collegio dei docenti ha deciso di non accettare quei 15 mila euro stanziati dal Ministero (che diventerebbero comunque meno di 10 mila dopo la tassazione) da ripartire ad almeno il 30% dei docenti. Contestualmente hanno lanciato una "sfida" al Miur chiedendo di utilizzare meglio e diversamente le risorse per perfezionare l’offerta formativa, aiutare gli alunni disabili e acquistare attrezzature utili per laboratori e aule multifunzionali. "Nessuna scelta di criteri - scrive ancora Casamichele - potrà mai rendere conto della gamma di risorse, di metodologie, di competenze, di abilità, di doti personali sul piano culturale, relazionale e comunicativo, che fanno la qualità del lavoro docente". Il premio in questione servirebbe a premiare gli insegnanti più meritevoli per azioni e attività che vanno oltre la didattica".

A ciò si aggiungerebbe il rischio, secondo i docenti, di creare tensioni all’interno della scuola con il rischio che a pagarne le conseguenze siano gli stessi alunni. "Aver stabilito quali siano i criteri per individuare i docenti ‘migliori’ non può che instaurare un clima di malsana competizione tra colleghi in un ambiente di lavoro e di vita come la scuola pubblica, nel quale la collaborazione, la condivisione di idee, obiettivi e di finalità, sono la base per il buon funzionamento delle attività di insegnamento e apprendimento, nonché di crescita personale di studenti e docenti. Non devono esserci insegnanti di ‘serie A’ di ‘serie B’. Andrebbe sanzionato chi non lavora piuttosto che premiare chi a detta di alcuni lavora meglio”.

Di veri e propri disagi parla invece la direttrice scolastica Isabella Di Pane. "Questa riforma non è stata condivisa sin dal principio a causa dei diversi criteri stabiliti su base locale. Ma non solo per questa ragione. Questo primo anno scolastico con la nuova riforma è terminato e non abbiamo ancora le idee chiare, ma dopo alcune piccole tensioni che si sono create all’inizio i docenti hanno ritenuto opportuno dire la loro in una forma molto garbata, proponendo di utilizzare diversamente le risorse. Tali somme, tra l’altro, sono già state destinate e andrebbero liquidate entro il 31 agosto. Ognuno di loro ha deciso oggi di scrivere una lettera di rinuncia, ma non possiamo prendere questi soldi e utilizzarli a nostro piacimento". Tra gli altri docenti contrari alla riforma c'è anche chi, come l'Rsu Carmen Platino, ha tuonato: "Noi non vogliamo l'elemosina di Renzi, ma il rinnovo del contratto bloccato da anni".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Buona scuola", protesta all'istituto Tomaselli: docenti rinunciano al premio

PalermoToday è in caricamento