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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Buccheri La Ferla, avviato un progetto per sconfiggere l'epatite C

Si chiama "Hcv Patient Journey", favorisce lo screening, la presa in carico dei pazienti e contemporaneamente l'informazione dei cittadini e del personale sanitario

L'epatite C è una patologia, causata da un virus l'HCV che attacca il fegato causando un'infiammazione dello stesso organo. Incide sulla qualità di vita dell' individuo e rappresenta un importante problema di salute pubblica, che richiede una risposta urgente e colloca gli ospedali in prima linea per combattere la patologia. Dal 2015 è avvenuta una rivoluzione per la cura ovvero gli antivirali diretti che guariscono il 95% delle infezioni.

Il Buccheri La Ferla, diretto da Fabio Cartabellotta, riferimento per il trattamento delle patologie epatiche, centro capofila della Rete HCV Sicilia, per sconfiggere l'epatite C ha avviato all'interno della Struttura sanitaria con il contributo incondizionato di Gilead Science, un progetto dal titolo "HCV Patient Journey", favorendo lo screening, la presa in carico dei pazienti e contemporaneamente l'informazione dei cittadini ed del personale sanitario.  I risultati ottenuti fino a questo momento con quasi 5000 pazienti sottoposti a screening ab-HCV, hanno portato ad evidenziare una prevalenza sulla popolazione generale di quasi il 6% e di questi una percentuale di viremici (positività ad HCVRNA) di quasi il 2%.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) , a livello mondiale, circa 71 milioni di soggetti sono portatori cronici del virus dell’epatite C (HCV). L’OMS stima che nel 2016 siano morte 399 mila persone per malattie epatiche correlate a questo virus. Nel marzo 2015, data di avvento degli antivirali diretti,  in Sicilia è stato istituito il registro HCV, che contiene i dati dei pazienti fino ad oggi. In questo arco di tempo,  è stata istituita una piattaforma web in cui sono stati registrati 20.300 pazienti che rappresentano lo 0,35% della popolazione generale dell'Isola. Il 57% sono maschi con un'età media di 61 anni, il 34% di età superiore ai 70 anni. E' evidente dall'analisi del registro che gli antivirali ad azione diretta, hanno permesso di curare le infezioni da virus C. Rispetto all'atteso (circa l-1,5% della popolazione) il numero delle persone trattate rimane molto basso (lo 0,3%) a fronte di un arma di beneficio per l'individuo così importante, quindi con un sommerso importantissimo. 

"Alla luce dell'osservazione epidemiologica della Rete HCV, dal primo di novembre del 2019 - commenta il dott. Fabio Cartabellotta - abbiamo avviato uno screening generale di tutti i pazienti che accedono al reparto di medicina; il 98% dei quali perviene attraverso l'area di emergenza. L'ospedale è dotato da discipline chirurgiche e mediche: Medicina Interna, Oncologia, Neurologia, Chirurgia, Ortopedia  e Cardiologia, UTIC, Chirurgia Generale, Ginecologia, Ostetricia, i risultati ottenuti si riferiscono esclusivamente ai ricoverati. Inoltre, successivamente abbiamo voluto saggiare e quindi sottoporre a screening gratuito anche i pazienti ambulatoriali sottoponendoli a prelievo ematico. L'obiettivo del nostro progetto di screening  è quello di far emergere «il sommerso» - pazienti infetti non noti -  fra i soggetti di età compresa fra i 40 e gli 80 anni con l'obiettivo di avviare  i pazienti alla cura".  

Il progetto si articola in più fasi: una preliminare di tipo educazionale, l'altra di screening durante il ricovero attraverso la ricerca dell’anticorpo anti HCV (HCV Ab) con chemiluminescenza (i pazienti positivi vengono avviati al trattamento e indirizzati a consulenza epatologica presso l' ambulatorio dedicato attivo in Ospedale). Segue una fase di gestione da parte di personale dedicato della raccolta dei dati anamnestici, demografici, clinici e biochimici dei pazienti. Nell'ultima fase dello screening verranno pubblicati i risultati.

“Il progetto - dichiara il dott. Santi Mauro Gioè, direttore sanitario dell'Ospedale - si colloca nella prospettiva di raggiungere uno degli obiettivi primari fissati dall'OMS, ovvero l'eradicazione dell'epatite C entro il 2030. Per la sua rilevanza scientifica proseguiamo il lavoro avviato più di un anno fa  partendo dalla conoscenza e dall'informazione; strumenti che costituiscono la base per poter fare compiere ai nostri pazienti scelte consapevoli. E'  fondamentale che tutti abbiano le capacità per prevenire e limitare l'infezione da HCV" 

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