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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Cinisi

Cinisi, bovini malati di tubercolosi: salgono a 25 gli animali contagiati

Dopo il sequestro di un allevamento aumenta il numero dei capi infetti e scatta l'allarme carne. Indagato anche un funzionario dell'Asp, difeso dal sindacato: "Ha accertato e segnalato lui il rinvenimento"

Sale a 25 il numero dei bovini affetti da tubercolosi scoperti in un allevamento di Cinisi, in contrada Piano Margi. La settimana scorsa la Procura ha sequestrato l’intero allevamento dopo che, durante un normale controllo di routine, i veterinari dell'Asp hanno ravvisato che  quindici bovini erano affetti da tubercolosi. Numero aumentato a 25 e pare destinato a crescere ancora, man mano che vengono completati gli esami su tutti i 125 animali dell’allevamento. Resta da verificare se, prima del sequestro, altri bovini malati fossero stati macellati e dunque finiti sui banconi di alcune macellerie.

Oltre al gestore, M.C., denunciato per commercio di sostanze alimentari nocive, è stato indagato anche G.L.M., responsabile facente funzione del distretto sanitario di Carini dell'Asp, cui è stato notificato un avviso di garanzia in cui si ipotizza il reato di falso: avrebbe attestato che tutti i bovini erano in perfetta salute. Da verificare la posizione di quest’ultimo, come affermato dal segretario regionale del sindacato italiano veterinari medicina pubblica, Paolo Ingrassia, secondo cui “il responsabile facente funzione del distretto sanitario di Carini dell'Asp, G.L.M., è stato crocifisso mediaticamente senza che sia stato emesso un qualsiasi giudizio anzi, l'intera struttura dipartimentale viene posta sub judice senza che vi sia stata una serena ed accertata valutazione dei fatti”.

Secondo Ingrassia, “basterebbe considerare che la bufera mediatica, sorta sull'evento, nasce dal rinvenimento di lesioni tubercolari in un capo macellato”, e che “tale rinvenimento è stato effettuato, ufficializzato e comunicato alle autorità competenti proprio da G.L.M.”. Per il sindacato “il rinvenimento di positività per tbc al macello, di capi precedentemente risultati negativi agli esami in vita, rappresenta un evento frequente e per il quale la norma prevede già protocolli operativi per il controllo immediato negli allevamenti di provenienza. Controlli rigorosamente espletati anche in questo caso”.
 

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