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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Calatafimi

Il bingo Las Vegas era della mafia Condannati cinque prestanome

Secondo l'accusa, la sala di viale Regione siciliana sarebbe stata al centro di incassi milionari che avrebbero messo d'accordo i mafiosi Rotolo e Salvatore Lo Piccolo nonostante i loro rapporti "contrastati"

Cinque presunti prestanome del boss Nino Rotolo sono stati condannati oggi dalla seconda sezione del tribunale di Palermo con l'accusa di avere gestito la sala bingo "Las Vegas", una delle più grandi d'Europa, per conto della mafia di Pagliarelli. La pena più alta, 7 anni, a Francesco Casarubea, mentre Alessandro Mannino, Vincenzo Marcianò, Rosario Inzerillo e Filippo Piraino hanno avuto sei anni a testa. Assolte le sorelle Olga, Cristina ed Emanuela Casarubea, mentre era morto nel corso del processo il padre dei Casarubea, Domenico, pure lui imputato. Il collegio presieduto da Pasqua Seminara ha anche sequestrato il 20 per cento delle quote del bingo.

Secondo l'accusa, la sala di viale Regione siciliana, a Palermo (confiscata anche in sede di misure di prevenzione, con un decreto della Corte d'appello pochi giorni fa), sarebbe stata al centro di incassi milionari che avrebbero messo d'accordo i mafiosi Rotolo e Salvatore Lo Piccolo, che pure si odiavano profondamente e si facevano reciprocamente la guerra. I giudici hanno accolto le richieste e le tesi del sostituto procuratore Gaetano Paci: imputati erano gli ex gestori ed esponenti dei clan di Boccadifalco ed Altarello. Mannino, Marcianò, Inzerillo e Piraino erano accusati di trasferimento fraudolento di denaro di provenienza illecita. Il Pm aveva sostenuto che i Casarubea erano consapevoli di cosa accadeva dietro il paravento della sala Bingo.

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