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La storia

Migrante a 5 anni, il naufragio e la nuova famiglia: il mare fu un incubo ma oggi è la sua casa

Didier, partito dalla Costa d'Avorio, nel 2017 è approdato in Calabria dopo essere scampato a una tragedia. Dopo essere stato ospite di due comunità, è stato affidato a una coppia che vive in un paese costiero della provincia di Palermo. "Qui mi ricorda l'Africa, la natura, gli animali..."

"Dice che era un bel 'bimbo'. E veniva, veniva dal mare. Parlava un'altra lingua però sapeva amare". Con una piccola licenza ("bimbo" al posto di "uomo"),  l’incipit di "4-3-1943", capolavoro di Lucio Dalla, si potrebbe adattare anche alla storia di Didier, nome di fantasia per tutelare l’identità di questo minore partito dalla Costa d'Avorio, nel novembre 2017 quando aveva 5 anni, e approdato in Calabria dopo essere scampato a un naufragio. Il mare, che è stato un incubo, oggi è la quotidianità. Perché se nel lungo viaggio che lo ha portato dall’Africa in Italia, nel Mediterraneo ha visto la morte, adesso invece Didier a due passi dalle onde ha la sua casa, il suo porto sicuro. Tutto questo dopo l’affido a una famiglia che vive in un paese in provincia di Palermo dove il mare è tutto o quasi. Un traguardo raggiunto anche grazie alla mediazione di Valeria Antinoro, presidente di "Di sana pianta", associazione di tutori volontari iscritti al tribunale per i minorenni di Palermo.

La volontaria conosce Didier alla fine del 2018, quando il piccolo, che ha già trascorso quasi un anno in una comunità a Salemi, nel Trapanese, viene trasferito in un omologo centro a Palermo. A lei viene affidata la tutela legale del minorenne ivoriano. "Didier - racconta Antinoro - è sbarcato in Calabria, ma ha assistito a una tragedia, lui si è salvato rimanendo aggrappato alla sorella, altri non ce l'hanno fatta. Ho subito capito che dietro il suo essere irrequieto c’era questa esperienza traumatica". Così, oltre ad avere la rappresentanza di Didier presso la scuola, le autorità sanitarie e le altre istituzioni, la tutrice, tra le prime cose che fa, porta il bambino alla piscina comunale. "Quando è arrivato, Didier era quasi spaventato, ma io volevo che riacquistasse fiducia nei confronti dell’acqua. Sono riuscita a convincerlo a frequentare un corso. Pian piano, ha imparato a nuotare, metabolizzando il ricordo negativo che aveva". Ed è in un locale in riva al mare che Didier festeggia i suoi 7 anni, il primo compleanno passato con la tutrice al suo fianco.

E’ il 2019 e Didier, vedendo i suoi coetanei che periodicamente escono dalla comunità e vengono affidati a coppie, inizia a chiedere: “Quando troverò anche io un papà e una mamma?”. La risposta, nel giro di poche settimane, arriva ancora una volta dal mare. Antinoro parla di Didier a una coppia senza figli, che vive in un piccolo comune palermitano costiero. "Una realtà simile al piccolo villaggio ivoriano dove il piccolo era nato, ho pensato fosse la soluzione ideale", spiega la tutrice. Così dopo il percorso previsto per legge, a luglio 2019 il tribunale per i minorenni ha disposto l’affidamento per due anni alla coppia. Al termine del periodo è iniziata la procedura per l'adozione, attualmente in corso. 

Accolto da una grande festa di benvenuto, Didier si è integrato perfettamente nella comunità del paese. Frequenta la quinta elementare, suona il clarinetto, ama il calcio, soprattutto il Barcellona. "Qui mi ricorda l’Africa, la natura, gli animali… E il mare mi riporta a come sono arrivato in Italia", dice il piccolo, parlando del luogo dove ormai vive da quasi tre anni. "La storia di Didier - conclude Antinoro - dimostra l’importanza della figura del tutore. Al momento ci occupiamo soltanto di minorenni stranieri, ma speriamo in futuro che venga data la possibilità di aiutare anche i bimbi italiani in comunità".

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