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Cronaca

Dell’Utri, Berlusconi ascoltato dai pm: “Ho solo aiutato un amico”

E' durato tre ore l'incontro a Roma tra i giudici palermitani e l'ex premier sulla vicenda che vede indagato il Senatore per estorsione. Spiegato l'acquisto della villa sul lago di Como. "Cercano di delegittimarmi"

“Nessuna estorsione”. Gli avvocati di Silvio Berlusconi hanno dichiarato che il loro assistito ha dissipato ogni dubbio sulla vicenda che vede indagato Marcello Dell'Utri per estorsione ai danni dello stesso ex premier.

Ieri Berlusconi è stato ascoltato dai pm della Procura di Palermo Ingroia, Salvi e dal procuratore capo Messineo per circa tre ore. Il Cavaliere ha affermato che i 40 milioni che avrebbe dato al cofondatore di Forza Italia nel corso di dieci anni, più 7 miliardi di lire in titoli dal 1989 al 1995, sarebbero stati "un aiuto per un amico, come già tante persone sono state aiutate".

"Marcello è uno dei miei collaboratori più fidati, mi è stato sempre vicino" ha detto il proprietario di Fininvest. Proprio Dell'Utri si era espresso sulla vicenda lo scorso 18 luglio dicendo: "Certamente non ho ricattato nessuno, soprattutto il mio amico Silvio". E' stato spiegato anche l'acquisto della villa sul lago di Como per 21 milioni, un prezzo che secondo l'ex premier sarebbe idoneo. Ma gonfiato secondo i pm, anche perchè 15 milioni della somma totale sarebbero stati versati in un conto di Santo Domingo il giorno dopo la compravendita.

I legali di Berlusconi nel corso di questi mesi hanno ritardato l'interrogatorio sbandierando legittimi impedimenti, quando infine hanno dovuto cedere nell'ultimo giorno utile prima dell'accompagnamento coatto. In una nota degli stessi pubblicata dall’agenzia di stampa Reuters dichiarano che il loro cliente ha "chiarito compiutamente tutti gli aspetti della vicenda" nonostante fosse "persona offesa" in quanto l'indagine sia "volta a delegittimarlo".

E nonostante, motivazione certo più importante, sia ancora "pendente la questione di competenza territoriale in esame alla Cassazione" che stravolgerebbe l'intera faccenda. Gli avvocati del senatore siciliano hanno sollevato il 23 luglio un conflitto di attribuzione fra procure, poichè secondo loro, se anche l'estorsione ci fosse stata, questa sarebbe avvenuta a Monza e non a Palermo.

Ciò permetterebbe anche di allontanare Berlusconi da temi troppo "caldi". La tesi della procura di Palermo è infatti che quei soldi siano finiti direttamente nelle tasche della mafia, essendo Dell'Ultri descritto dalla Cassazione come mediatore fra l'imprenditore milanese e Cosa Nostra. Fatto che potrebbe far rientrare il processo nell'ambito più ampio e oscuro della trattativa Stato-mafia.
 

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