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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Denuncia gli usurai, ora è sul lastrico La provocazione: “Vendo un rene”

Bennardo Mario Raimondi è un ex imprenditore che nel 2006 si è ribellato all'estorsione. Chiusa l'attività, aspetta dallo Stato i fondi di solidarietà previsti per i testimoni di giustizia. "L'unico pentimento? Essere rimasto in Sicilia"

“I mafiosi portano voti e potere, i testimoni di giustizia vergogna e miseria”. Comincia con queste parole l’intervista a Bennardo Mario Raimondi, ex imprenditore che ha denunciato i suoi usurai e che oggi si ritrova sul lastrico a causa dei debiti e come dice egli stesso “dell'indifferenza di molti”. “Ho chiuso l’attività nel 2003 – racconta Raimondi -. Non è stato facile denunciare: chi denuncia perde tutto a livello materiale e poi tutto anche a livello umano. Un esempio? Ho dovuto trasferire mia figlia in un’altra scuola perché veniva presa in giro”.

Raimondi aspetta dal Governo nazionale i fondi di solidarietà previsti per i testimoni di giustizia: “Non ho mai visto un euro e devo ringraziare mio padre se ho ancora un tetto sopra la testa perché dopo la denuncia, avvenuta nel 2006 ho perso tutto”. Da qui è partita una lettera-denuncia inviata a diverse redazioni locali e nazionali dal titolo “Vendo un rene”: “Un modo provocatorio – spiega Raimondi – per lanciare il messaggio del grande bisogno che ho di avere le risorse che mi permettano di lavorare di nuovo con dignità”.

Con un filo di voce si riesce a fare un’ultima domanda: si è mai pentito di avere denunciato? “Mi definisco un siciliano scomodo ai siciliani. Ho sempre cercato di fare il mio dovere ma purtroppo non sono stato mai ben voluto, anzi per questo sono stato emarginato dagli amici e dalla società tutta. Non mi pento di avere denunciato ma di essere rimasto in questa terra di Sicilia”.

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