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Cronaca

A Bellolampo spazio finito: settima vasca solo nel 2019, emergenza alle porte

Se non verranno trovate soluzioni tra due settimane sarà caos. Rifiuti fuori dalla Sicilia? I costi sarebbero esorbitanti: 200 euro a tonnellata. Allo studio la possibilità di costruire una "sella" o spostare il Tmb mobile. Differenziata al 16% e centro comunale di raccolta naufragato: i flop della Rap

La chiusura della discarica di Bellolampo è vicina. La sesta vasca è quasi satura e la Rap, nel tentativo di prolungare la "vita" dell'impianto, sta cercando soluzioni tampone. Allo studio ci sarebbe una sorta di "sella" per poter continuare ad abbancare rifiuti per un altro mese oppure lo spostamento in un'altra area della discarica del Tmb mobile gestito dalla Eco-Ambiente (società privata che opera con autorizzazione della Regione) e guadagnare altro spazio. A patto che i 44 Comuni del Palermitano che oggi conferiscono a Bellolampo - portando i rifiuti da 900 a 1.400 tonnellate al giorno - vadano altrove.

Se queste o altre soluzioni non diventeranno operative (e messe nero su bianco in un'ordinanza regionale), nel giro di due settimane sarà il caos. L'intera città potrebbe sprofondare in una nuova emergenza immondizia, a causa delle carenze all'impianstistica. La settima vasca ha avuto il giudizio positivo di compatibilità ambientale, ma il progetto non ha ancora ricevuto l'ok dalla commissione regionale Lavori pubblici. Tra bando di gara e aggiudicazione non se ne parlerà prima del 2019. Il vero problema è però che mancano i soldi per realizzarla: la Rap non ce li ha e il socio Comune li vorrebbe dalla Regione.

Una sorta di "risarcimento" perché le ordinanze imposte da Palazzo d'Orleans negli ultimi anni avrebbero accorciato l'autonomia della discarica: questa la linea che sarebbe stata portata avanti dall'assessore comunale all'Ambiente Sergio Marino nell'ultimo vertice al dipartimento Acque e rifiuti. Una linea condivisa anche dai sindacati: "Sull'impiantistica la responsabilità è della Regione - afferma Dionisio Giordano, segretario regionale Fit-Cisl Ambiente - ricordo che il primo dicembre del 2015 è stato bloccato l'ampliamento dei conferimenti in discarica. La colpa della Rap è stata di non aver fatto decollare la raccolta differenziata". Il che avrebbe alleggerito la pressione su Bellolampo.

Di spazio ora in discarica ce n'è pochissimo e c'è chi avanza anche la proposta di portare i rifiuti fuori dalla Sicilia. I costi sarebbero esorbitanti: 200 euro a tonnellata. E la Rap, a quanto pare, questi soldi non ce li ha. Il vicolo sembra cieco. Anche perché la raccolta differenziata in città tocca appena il 16%. Il progetto del centro comunale di raccolta è naufragato, dopo che il dipartimento Acque e rifiuti ha bocciato la richiesta di finanziamento per la maxi isola ecologica prevista in viale dei Picciotti (in un terreno confiscato alla mafia). Inoltre gli impianti previsti all'interno della discarica (per il trattamento della frazione secca, del percolato e quello di "digestione anaerobica") sono al palo. Sono questi alcuni dei grandi flop della società nata dalle ceneri dell'Amia e del Comune che la controlla. La Rap è ancora senza vertici, malgrado il Consiglio comunale abbia approvato la delibera che sblocca le nomine nelle partecipate. Perché il sindaco Orlando ritarda la designazione del nuovo Cda?

Il primo cittadino però, intervenendo sulla situazione dei rifiuti in Sicilia, chiede che vengano "valorizzate esperienze come quella palermitana, dove negli ultimi anni è stato ricostruito, dalle ceneri della fallimentare esperienza di Amia, un servizio pubblico in costante crescita in termini numerici e di qualità". Un servizio, aggiunge, "che ha lasciato fuori dalla porta i grandi interessi dei gruppi privati, spesso paravento di interessi criminali e mafiosi. Occorre ripensare tutto il ciclo del rifiuto, senza immaginare facili e pericolose scorciatoie che partano dai megainceneritori". 

"L’amministrazione Orlando - attacca Antonino Randazzo, consigliere del M5S a Sala delle Lapidi - si è dimostrata insensibile alla differenziata e non è riescita a realizzare neanche un centro comunale di raccolta. Che dire della settima vasca? Non ha copertura finanziaria e se ne riperlerà fra almeno un anno... Siamo di fronte a un vero e proprio fallimento".

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