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Cronaca

Bancarotta fraudolenta, condannato immobiliarista palermitano

Giuseppe Musca negli anni '80 è stato vicesindaco di Ravenna. Deve scontare 10 anni e mezzo di carcere. Assolto il figlio Nicola. Secondo l'accusa, Musca avrebbe orchestrato una serie di operazioni finanziarie portando al fallimento le sue società e distraendone i beni

Dieci anni e sei mesi di carcere per l'ex vicesindaco di Ravenna, il palermitano Giuseppe Musca, e otto anni di reclusione alla compagna. E' la sentenza arrivata dal tribunale di Ravenna, a conclusione del processo di primo grado che ha visto alla sbarra per il reato di bancarotta fraudolenta una delle famiglie più in vista della città. Musca, 68 anni, è imprenditore immobiliarista con un dedalo di società poi fallite. Stesso capo di imputazione per la compagna Susy Ghiselli, 49 anni, Assolto invece il figlio dell'ex primo cittadino, Nicola.

La procura chiedeva per Musca una condanna a 15 anni e 13 per la Ghiselli. Il tribunale collegiale ha ridotto le pene. Disposta anche una provvisionale a favore dei tre curatori fallimentari delle società della "galassia Musca" per un totale di 6,5 milioni di euro.

Ad aprile 2016 il lavoro degli inquirenti aveva portato al sequestro del Grand Hotel di via Mattei, di otto appartamenti e di un complesso immobiliare a Glorie di Bagnacavallo, nell'ambito dell'indagine "Holiday out" coordinata dal procuratore capo Alessandro Mancini e dai sostituti Monica Gargiulo e Lucrezia Ciriello per bancarotta fraudolenta. Secondo l'accusa, i Musca avrebbero orchestrato una serie di operazioni finanziarie molto complesse portando al fallimento le loro società e distraendone i beni. Una serie di intrecci molto difficile da decriptare – avevano spiegato i pm in aula – collegati alla realizzazione dell'hotel, ad una concessionaria, più una serie di società fallite. E' più che scontato il ricorso in appello degli imputati. 

Fonte RavennaToday

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