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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Crac delle aziende dell'ex presidente di Confcommercio Helg, chiesta la condanna a 6 anni

Il processo all'imprenditore, già condannato in via definitiva per l'estorsione al pasticciere Santi Palazzolo, riguarda la presunta bancarotta fraudolenta delle ditte di famiglia, specializzate in articoli per la casa, avvenuto nel 2012. Imputato anche il fratello Fulvio. Alla figlia Cinzia sono già stati inflitti 2 anni con pena sospesa in appello

Dopo ben 38 anni di attività, nel 2012, le aziende della famiglia di Roberto Helg - già presidente di Confcommercio ed ex vicepresidente di Gesp - che gestivano negozi di cristalleria, argenteria ed arredamento per la casa, fallirono improvvisamente e 15 dipendenti persero pure il lavoro. Colpa della crisi spiegò l'imprenditore, ma per la Procura la chiusura delle ditte sarebbe stata invece determinata da operazioni irregolari dei titolari, che avrebbero provocato un buco di 5 milioni nei conti. Da qui la richiesta di condanna per Helg a 6 anni di reclusione e a 5 anni per il fratello Fulvio, per l'accusa di bancarotta fraudolenta.

Il processo si sta svolgendo davanti alla quarta sezione del tribunale e lunedì scorso il procuratore aggiunto Sergio Demontis ed il sostituto Andrea Fusco hanno svolto la loro requisitoria. A novembre la parola passerà alla difesa. Helg è assistito dall'avvocato Giovanni Di Benedetto. In uno stralcio in abbreviato, la figlia dell'imprenditore, Cinzia, è già stata condannata in appello a due anni con la sospensione condizionale della pena.

I tre erano stati rinviati a giudizio il 30 gennaio del 2018. La presunta bancarotta fraudolenta è legata alle aziende "Gearr srl" (già "Helg srl" e "Helg spa") e "Frigidaire". Secondo l'accusa, in base a bilanci e movimenti bancari, prima che venisse dichiarato lo stato di insolvenza delle ditte, sarebbero stati emessi assegni in favore di persone conniventi che avrebbero poi resituito le somme agli Helg. Inoltre, sarebbero state anche caricate fatture per false operazioni, considerate inesistenti dagli inquirenti. La crisi, quindi - sempre secondo la ricostruzione della Procura - non c'entrerebbe nulla con il fallimento di quelle attività storiche.

Per Roberto Helg questa è una grana giudiziaria che si aggiunge a quella ormai chiusa in via definitiva per l'estorsione al pasticciere Santi Palazzolo, al quale - da vicepresidente della Gesap - aveva chiesto una tangente di 100 mila euro per non avere problemi nel rinnovo della concessione dei locali all'interno dell'aeroporto Falcone e Borsellino. Helg fu incastrato mentre intascava i soldi e venne arrestato.

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