Spadini in vendita all'Acquasanta, il Cabs: "Dopo le multe, la merce illegale riappare"
Nel corso di una serie di controlli, la capitaneria di porto e i carabinieri hanno sequestrato 20 chili di pesce spada 'illegale' ma nulla è cambiato. Il nucleo di volontari antibracconaggio denuncia anche la vendita di uccelli protetti a Ballarò
Nella piazza dell'Acquasanta - afferma una nota del Cabs, il nucleo di volontari antibracconaggio - i neonati di pesce spada sono riapparsi il giorno dopo l'intervento delle forze dell'ordine. Così avviene anche a Ballarò, dove domenica scorsa il mercato illegale degli uccellatori appariva "arricchito" da decine di spadini posti in bella mostra a 20 euro al chilo".
I volontari del Cabs, che ormai da mesi denunciano, sul tema della conservazione della natura, le gravi e diffuse condizioni di illegalità della città, nei giorni scorsi hanno riscontrato la vendita di pesce spada sotto misura nei quartieri Acquasanta, Arenella, Ballarò e Acqua dei Corsari. Le segnalazioni di banchi improvvisati arrivano anche da altre zone della città. A Ballarò, poi, erano esposti centinaia di esemplari di avifauna protetta come cardellini, verzellini, lucherini ed altre specie ancora.
La norma, sia italiana che comunitaria, vieta la cattura e la vendita di questi animali ed il reato include anche quello di ricettazione, essendo la fauna terreste omeoterma, "patrimonio indisponibile dello Stato".
"A Palermo - afferma il Cabs - lo Stato sembra però disinteressarsi del suo patrimonio, visto che i bracconieri continuano ad esercitare la loro attività direttamente alla luce del sole. Gravissima - ha aggiunto il Cabs - è poi la situazione relativa alla vendita degli spadini. La legge impone una misura minima di 1,4 metri, ma nelle strade di Palermo si vendono neonati di pesce di non più di 70 centimetri, spada compresa. Quegli animali - conclude la nota dei volontari - sono stati esposti tutto il giorno in strade di grande comunicazione".