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Domenica, 1 Ottobre 2023
Cronaca

Finti b&b e autonoleggi per ottenere i Pos, truffa da 140 mila euro: 14 indagati

La polizia postale, con l'operazione "Easy merchant for money", ha scoperto un meccanismo messo su per svuotare alcune carte di credito i cui codici erano stati acquistati sul darkweb. Gli investigatori hanno scovato una rete di commercianti compiacenti a Palermo

Avrebbero architettato un sistema quasi perfetto, creando società di comodo come autonoleggi e b&b per ottenere dei Pos, i dispositivi per il pagamento elettronico. Poi avrebbero acquistato sul dark web i numeri di alcune carte di credito, spesso appartenenti a stranieri, per clonarle ed effettuare pagamenti, a volte con l’aiuto di commercianti compiacenti incassavano le somme e le giravano agli indagati. E’ la truffa dei finti Pos scoperta dalla polizia postale, con l’operazione “Easy merchant for money”, che ha notificato quattordici avvisi di garanzia al termine delle indagini coordinate dalla Procura. 

I dispositivi, ricostruiscono dalla questura, venivano ottenuti grazie all’affiliazione con gli acquirer, ovvero le società che gestiscono i Pos. “Gli indagati chiedevano in concessione terminali che permettevano l’inserimento manuale dei codici, così da poter utilizzare le carte anche senza supporto fisico. Per permettere l’incasso delle somme ed evitare che venissero bloccate e recuperate dagli acquirer, venivano utilizzati dei cosiddetti conti ‘a monte’ dai quali le somme venivano spostate su altri conti detti ‘a valle’ per non appesantire il sistema e velocizzare la divisione dei profitti”. Profitti che, nel periodo d’indagine, sono arrivati sino a 140 mila euro.

Pizzerie e parrucchieri compiacenti

L’inchiesta ha svelato i coinvolgimento di alcune attività commerciali (i cui titolari sono stati poi denunciati) attive sul territorio di Palermo. “Le transazioni in frode di centinaia e migliaia di euro effettuate con carte di credito di provenienza estera, su Pos appena attivati, insospettivano gli acquirer che immediatamente bloccavano l’operatività dei terminali. Per questo gli indagati - aggiungono dalla Questura - chiedevano la collaborazione di esercizi commerciali compiacenti, quali bar, mercerie, parrucchieri, pescherie, pizzerie e negozi di articoli sportivi a cui prestavano i Pos che registravano le relative micro operazioni fatte per i reali acquisti dei consumatori. In questo modo i Pos venivano ‘auto-accreditati’ e riconosciuti come affidabili dal sistema di pagamento”.

Una volta accertato che il sistema funzionava, eseguivano una transazione d’importo elevato prelevando e trasferendo subito dopo le somme sui conti correnti. “Gli eventi hanno portato ai soggetti coinvolti - spiegano ancora dalla Questura - profitti per oltre 140 mila euro. cCifra che sarebbe stata destinata crescere se non fosse stato per gli interventi tempestivi degli acquirer che in alcuni casi hanno agito per tempo”. Fondamentali anche “l’attività informativa e di prevenzione, nonché le perquisizioni effettuate dalla stessa polizia postale che già in prima battuta avevano permesso di individuare e sequestrare i Pos utilizzati”.

La polizia: "Mai fornire documenti d’identità a soggetti non affidabili"

Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati e sequestrati varie carte d’identità di palermitani, a volte del tutto inconsapevoli, che servivano per l’attivazione di strumenti di pagamento - soprattutto carte prepagate - per commettere il reato a nome di qualcun altro. “A tale riguardo appare opportuno consigliare agli utenti del web - concludono dalla polizia - a non fornire copia dei propri documenti personali a soggetti, diversi da istituzioni ed enti pubblici, che non possono garantire la propria affidabilità. Sono tanti i casi di utenti che mandano copia della propria carta di identità per rispondere alle richieste inserite in annunci sul web di finte offerte di lavoro, pubblicati in realtà al solo fine di acquisire copia di un documento di identità che verrà poi utilizzato per scopi illeciti. Allo stesso modo si consiglia di non fornire mai copia del proprio strumento di pagamento, né di comunicare ad alcuno il numero della carta o dei codici di sicurezza ad essa collegati, nonché di comunicare subito al proprio istituto di credito le movimentazioni sospette”.

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