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Martedì, 23 Aprile 2024
Morti bianche

L'operaio morto ai Cantieri navali, ci sono cinque indagati: eseguita l'autopsia

Si è concluso l'accertamento sulla salma di Angelo Salamone, 61 anni, rimasto schiacciato sotto un pesante serbatoio e deceduto qualche ora dopo a Villa Sofia. I consulenti tencnici avranno 70 giorni per depositare la relazione e chiarire alcuni aspetti fondamentali nell'ambito dell'inchiesta aperta per omicidio colposo

Terminata l’autopsia sul corpo di Angelo Salamone, l’operaio morto mercoledì scorso mentre lavorava ai cantieri navali, poche ore dopo essere rimasto schiacciato da un grosso serbatoio metallico del peso di circa 800 chili. Si è svolto questa mattina all’Istituto di medicina legale del Policlinico l’esame che servirà a far luce sul decesso del 61enne dipendente della ditta Doro Maris, una delle tante ditte dell’indotto Fincantieri. La Procura intanto ha iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo, due dirigenti del colosso che opera nel settore della cantieristica navale, il titolare dell’impresa, il responsabile della sicurezza e il lavoratore che si trovava con la vittima al momento del tragico incidente.

Nel decreto di nomina del consulente tecnico il sostituto procuratore Giulia Amodeo ha chiesto al medico legale, affiancato dal consulente di parte incaricato dalla famiglia Salamone, di accertare tramite l’esame autoptico e la documentazione medica acquisita cosa abbia provocato il decesso dell’operaio (nella foto in basso), sposato e padre di tre figli. Bisognerà chiarire, scrive il pm, eventuali "fattori esogeni anche di ordine chimico-tossicologico, valutando la compatibilità delle lesioni riscontrate. Le patologie sofferte da Salamone, eventuali fattori causali alternativi, gli interventi effettuati e le cure somministrate, indicandone la tempestività e il grado di difficoltà, anche in relazione al quadro clinico, nonché la conformità ai protocolli. Se siano stati effettuati tutti gli esami e gli accertamenti necessari".

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Secondo quanto ricostruito sino ad ora dagli investigatori, intervenuti in ospedale solo dopo la chiamata arrivata dai medici che informavano del decesso di un operaio vittima di incidente, Salamone si trovava insieme a un collega 43enne, anche lui dipendente della Doro Maris, nella "sezione G2 della costruzione 6309" di un troncone in lavorazione alla Fincantieri. Il compito dei due sarebbe stato quello di saldare un basamento che però prima doveva essere "messo in linea". I due operai avrebbero quindi "scucito" delle saldature che avrebbero provocato il crollo di un serbatoio fissato a una lastra che si sarebbe piegata finendo sopra il lavoratore. Da qui il trauma da schiacciamento riscontrato.

Un incidente che, raccontano gli operai, sarebbe avvenuto intorno alle 15. In una prima fase Salamone sarebbe stato soccorso all’interno dello stabilimento per poi essere affidato ai sanitari del 118 e portato a Villa Sofia. "Quando è andato via con l’ambulanza era ancora cosciente", racconta un operaio. La telefonata dal reparto di Terapia intensiva sarebbe arrivata dopo le 19. I poliziotti, sotto il coordinamento del magistrato, hanno già ascoltato alcune persone presenti all’interno del cantiere navale per cercare di mettere insieme i vari pezzi e chiarire innanzitutto, sotto il profilo della sicurezza nei luoghi di lavoro, perché quel pesante serbatoio sia caduto. Successivamente sarà altrettanto fondamentale accertare come sia stato gestito l’incidente sotto il profilo dei soccorsi, del tempismo nelle comunicazioni e tutto il resto. Molte risposte potrebbero arrivare dai consulenti incaricati dalla Procura che, dopo esami biologici e istologici, avranno 70 giorni per depositare una dettagliata relazione.

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