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Cronaca

Assicurazioni auto, la Provincia aumenta l'aliquota del 3,5%

Con una delibera passata in sordina, il commissario provinciale Domenico Tucci ha stabilito l'aumento così come consentito da una legge regionale. Dal provvedimento esclusi i ciclomotori. Nelle indebitate casse dell'ente entrerebbero circa 10 milioni di euro

Con un po' di anticipo, ma la Provincia fa un regalo di Natale poco gradito agli automobilisti. Con la delibera numero 83 siglata lo scorso 13 dicembre, e passata un po' in sordina, il commissario provinciale Domenico Tucci ha stabilito l'aumento dell'aliquota del "rc auto" dal 12,5% al 16% a partire dal nuovo anno. Ma, come indicato nella delibera, l'aumento diventerà effettivo "dal primo giorno del secondo mese successivo a quello di pubblicazione sul sito del Ministero dell'Economia". Esclusi dal provvedimento i ciclomotori.

Già la giunta provinciale di Palermo, a dicembre 2011, deliberò l'aumento dell'imposta da versare relativo al premio assicurativo. "Tra gli obiettivi dell'Ente - si leggeva nella delibera numero 313 - quello di contenere il ricorso all'indebitamento". Secondo le leggi allora vigenti sul federalismo fiscale, la provincia aumento l'aliquota del 3,5% annuo (il massimo previsto). Ma il legislatore statale non può disporre direttamente l’assegnazione alle province del gettito dei tributi erariali riscossi nel territorio regionale siciliano. Stando ai dati del 2009 di Ania, l'Associazione nazionale per le imprese assicurative, gli automobilisti della provincia di Palermo versarono nelle casse delle compagnie 284 milioni di euro.

Mantenendo questa cifra, si può fare un conto forfettario di quello che la Provincia incasserebbe nel 2014, prima di "passare a miglior vita": circa 10,5 milioni di euro. Ma di questi soldi, i cittadini non vedranno probabilmente nulla: serviranno a rimpinguare le indebitate casse della Provincia. Tornando indietro, la Consulta aveva dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 4, comma 2, del decreto legge numero 16 del 2012, convertito in legge, che estese a tutto il territorio nazionale l'applicazione della norma, trasformando l'entrata in un "tributo provinciale".

Dunque si creò una sorta di "disparità" fra le provincie delle regioni a statuto autonomo, dato che alcune mantennero l'aliquota al 12,5% ed altre l'alzarono al 16%. Il commissario Tucci, rifacendosi alla legge regionale n. 21 del dicembre 2013, firmata da Rosario Crocetta e l'assessore all'Economia Luca Bianchi, torna alla carica e delibera l'aumento.

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