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Cronaca

Attentato a Barcellona, palermitano scampato all'orrore: "Qui ero tranquillo, adesso ho paura"

Un furgone è piombato sulla folla, falciando cittadini e turisti lungo la Rambla. Il racconto di un lettore: "Ero in metro, poi l'allarme e la corsa verso casa. Il cammino più lungo della mia vita..."

Paura. Orrore. E ancora paura. Sono le parole usate da chi, in queste ore, è a Barcellona, diventata bersaglio di un attacco terroristico. Nella città iberica tanti palermitani. Non solo turisti. C'è anche chi ha scelto la Spagna come seconda casa. "Ero in metro quando è avvenuto l'attentato - racconta a PalermoToday Luigi Sacco, palermitano che da anni vive e lavora a Barcellona - . Hanno evacuato la stazione d'urgenza e sono tornato a casa a piedi. Venti minuti di strada, correndo. Il cammino più lungo della mia vita".

Arrivato al sicuro Luigi ha contattato amici e familiari, li ha rassicurati. Ma la paura, quella c'era e c'è ancora: "C'è grande preoccupazione, grande tristezza. Qui è pieno di dolore. C'è un clima di paura infinita. Stiamo bene, ma siamo addolorati e tristi. C'è quello che mai ho provato a Barcellona: paura". Nonostante tutto, però, si deve ricominciare. "Oggi - prosegue Luigi - andrò a lavorare come sempre. Non so come. Non in metro, un po' per timore un po' perchè è in parte interdetta, ma ormai faccio tutto con paura".

Bandiere a mezz'asta nelle sedi del Comune

Nessun dubbio sulla matrice dell'attentato. Dietro al furgone che è piombato sulla folla, falciando cittadini e turisti lungo la Rambla, c'è il terrorismo. Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha confermato la "matrice jihadista" dell'attentato. Tredici le vittime accertate e 86 i feriti. Anche se il numero potrebbe salire ancora. Due persone sono state arrestate, ma è caccia a una terza che potrebbe essere il conducente del furgone. E attorno all'una di notte un nuovo attacco è stato compiuto a Cambrils, città catalana a circa due ore d'auto da Barcellona. Sei civili e un poliziotto sono stati feriti. 

Quello che doveva essere un pomeriggio come tanti - fatto di lavoro, passeggiate, turisti affascinati da una delle città più belle d'Europa - si è tramutato in un incubo. La corsa in cerca di un riparo, il frastuono, le sirene e poi il silenzio irreale che ammanta la città ferita. 

"Ragazzi io e Silvio stiamo bene, siamo chiusi a casa. State tranquilli", scrive invece su Facebook Emanuela Sanfilippo, palermitana che vive a Barcellona e lavora per l'assistenza alla clientela Volotea. "Sono solo molto spaventata - aggiunge - qui mi sentivo tranquilla, non ho parole".

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