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Cronaca

Attentati a Parigi, il racconto shock dei palermitani: "Barricati in un ristorante"

Salvatore Sofia: "Siamo rimasti chiusi fino all'una, poi abbiamo deciso di uscire dal retro e tornare in albergo". La giornalista Paola Pizzo: "Poliziotti armati dalla testa ai piedi". Nella capitale anche la regista Emma Dante: "Una follia"

“Non ci eravamo resi conto di nulla. Siamo usciti dalla stazione della metro dieci minuti prima che succedesse il tutto. Eravamo all’interno di un ristorante che si trova in Rue Timbaud. Abbiamo visto la polizia fare avanti e indietro. Ci hanno barricati dentro per precauzione, dove siamo rimasti fino all’una. Poi abbiamo deciso di uscire dal retro e tornare in albergo”. Questo il racconto a PalermoToday di Salvatore Sofia, 28 anni, palermitano che lavora a Bruxelles e in vacanza a Parigi. Sono state ore di angoscia per i tanti palermitani che si trovavano nella capitale francese e per i familiari e gli amici che tentavano di avere loro notizie qui in città. Ieri sera i sei attentati rivendicati dall'Isis, che hanno causato la morte di 128 persone e il ferimento di altre 200, la Francia si è risvegliata in un silenzio assordante, interrotto dalle radio della polizia e dalle sirene dei pompieri.

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Il racconto dei palermitani da Parigi lascia impietriti. “La polizia ha informato i ristoratori - aggiunge Salvatore - che a loro volta si scambiavano le comunicazioni. Parlavano di pazzi che giravano e sparavano all’impazzata. Noi avevamo appena finito l’antipasto, ma non abbiamo realizzato cosa stesse accadendo. Poi abbiamo deciso comunque di tornareo in hotel, prendendo una della poche linee metro rimaste attive per andare a Belleville. Nonostante tutto non abbiamo notato scene di panico, nessuna situazione di pericolo come hanno raccontato alcuni media. Ma c’erano molti controlli di polizia, quello sì. Così come hanno detto alla tv francese - conclude - ci tengo a sottolineare che, secondo me, non è stato un attacco al quartiere ebraico del Marais. L’attentato infatti è avvenuto poco distante. E’ stato un attacco alla Francia e ai parigini, come se a Palermo avessero agito al Politeama”.

Una situazione surreale, con le strade sbarrate un po' ovunque, con le forze di polizia impegnate nella caccia ai responsabili. “Per le strade saracinesche abbassate, accessi alle metro chiusi, poliziotti armati da testa a piedi e volanti a sirene spiegate. Musei e chiese a porte serrate. Ecco, è così che si è svegliata Parigi. Silente e grigia. Colpita nella sua umanità, che è un po' quella di tutti”, scrive da Parigi la giornalista del Paola Pizzo. “Fino alle 22.30 eravamo per strada - spiega un altro palermitano, Nazareno Brancatello - e stavamo tornando da un ristorante italiano. Tutto sembrava più o meno tranquillo. Non appena siamo saliti in albergo ci sono arrivati tantissimi messaggi sul cellulare. Ci chiedevano dove fossimo e se stessimo bene. Abbiamo vissuto con angoscia tutta la notte, con la tv francese sul primo canale. Credo anche di aver sentito degli spari tra un'ambulanza e l'altra. Ill Signore ha voluto che non fossi per strada durante quel macello, avvenuto poco distante dal nostro hotel”.

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Come raccontano altri testimoni dalla capitale francese, il clima che si vive in strada è “assurdo”. “Torneremo domenica - aggiunge Nazareno - anziché martedì. Non ce la sentiamo di restare”. La città, pur scossa, ha ripreso la sua routine. I negozi hanno tirato su le saracinesche, mentre i militari armati girano per le strade. “Si respira un’aria angosciante. La gente - aggiunge Nazareno - ha ricominciato a fare tutto, rispettando però un religioso silenzio. Ma le stazioni brulicano di persone e il traffico aereo sembra sia del tutto normale”. Tra i palermitani a Parigi anche la regista Emma Dante, che sul suo profilo Facebook ha fatto una breve cronaca dei fatti. "Io e Carmine siamo a casa nel 19° arrondissements, abbastanza vicini all'11°. La città - ha scritto la regista - è sotto assedio, già 60 morti, una follia. Una follia. Una follia", ha scritto poco dopo avere udito i primi spari. Un’altra immagine è stata descritta da giornalista palermitana, Chiara Billitteri: “#Parigi: davanti al Bataclan, un musulmano prega per le vittime. E’ un ragazzo con tricolore francese”.

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