rotate-mobile
Cronaca

Quando la mafia organizzò l'attentato a Maurizio Costanzo: indagato Berlusconi

Tra i reati contestati dalla Procura di Firenze all'ex Premier c'è anche il fallito agguato al giornalista che il 14 maggio '93 sfuggi all'esplosione di un'autobomba a Roma

C'è anche il fallito attentato al giornalista Maurizio Costanzo, che il 14 maggio '93 sfuggi all'esplosione di un'autobomba a Roma, tra i reati contestati dalla Procura di Firenze all'ex Premier Silvio Berlusconi. E' quanto - secondo quanto si legge sul sito dell'Ansa - si evince dalla documentazione rilasciata dai pm del capoluogo toscano che indagano sulle stragi mafiose del '93 ai legali dell'ex presidente del consiglio, depositata alla Corte d'Assise d'appello di Palermo nel processo sulla trattativa Stato-mafia.

"Quel giorno è il più brutto della mia vita - ha detto recentemente Maurizio Costanzo -. Quella volta la mafia mi dedicò 70 chili di tritolo mentre tornavo a casa in macchina con Maria. Il più bel momento è stato invece accorgerci che eravamo vivi". Il noto giornalista all'inizio degli anni Novanta si era impegnato nella lotta alla mafia. In seguito all'omicidio di Libero Grassi, appena un mese dopo - insieme a Michele Santoro - realizzò una maratona Rai-Fininvest contro la mafia. Memorabile rimase la scena in cui Costanzo bruciò in diretta una maglietta con scritto "Mafia made in Italy". Proprio questo suo impegno sembra essere la causa, il 14 maggio 1993, dell'attentato.

Una Fiat Uno imbottita di novanta chilogrammi di tritolo esplose in via Ruggero Fauro (vicino al Teatro Parioli). "Perché la mafia scelse proprio me? Io faccio il giornalista - ammette ora Costanzo - avevo molto parlato di mafia al Maurizio Costanzo Show e la mafia si è difesa. Arrivavano lettere con la mia testa in un vassoio, le mandavo alla Digos".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Quando la mafia organizzò l'attentato a Maurizio Costanzo: indagato Berlusconi

PalermoToday è in caricamento