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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ast, continua la bufera: si dimette il nuovo direttore generale Giovanni Amico

Era stato nominato facente funzioni al posto di Ugo Fiduccia (finito ai domiciliari) appena una settimana fa, malgrado sia indagato nell'inchiesta "Gomme lisce". La notizia è emersa dopo l'audizione in commissione Antimafia dell'Ars dell'assessore all’Economia, Gaetano Armao, che ha annunciato: "La Regione sarà parte civile"

Giovanni Amico, direttore generale facente funzioni dell’Ast, si è dimesso. Era stato nominato appena una settimana fa. La notizia è emersa dopo l’audizione di oggi pomeriggio in commissione Antimafia dell’Ars dell’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, che aveva annunciato l’avvio di una verifica da parte degli uffici di vigilanza sulle società partecipate rispetto alla posizione di Amico (subentrato a Ugo Fiduccia, finito agli arresti domiciliari) che è indagato nell’inchiesta "Gomme lisce".

Pur non essendo fra i destinatari delle misure interdittive disposte dal gip, ad Amico i magistrati contestano, tra gli altri, i reati turbata libertà degli incanti, falso ideologico e materiale sulla scelta del revisore contabile del bilancio dell'Ast. Amico è indagato perché da presidente della commissione aveva annullato una gara vinta da un'azienda, falsificando anche la data di un verbale, in modo da consentire - sempre secondo l'accusa - l'affidamento della revisione contabile al commercialista Felice Genovese (pure lui indagato), che avrebbe chiuso gli occhi sulle presunte irregolarità nei conti dell'Ast.

Da qui i dubbi sull’opportunità della sua nomina che erano stati sollevati da più parti. Amico però sarebbe stato l’unico ad avere i requisiti per la direzione e per non bloccare la macchina amministrativa della società in un momento così delicato firmando, tra l’altro, anche il pagamento degli stipendi. Un atto di interpello per la sostituzione di Amico era stato indetto dal presidente della società Santo Castiglione. Oggi le dimissioni di Amico prima ancora della riunione del Cda, prevista a fine mese, che avrebbe dovuto rispondere all’interpello del presidente.

"Penso sia un atto dovuto - osserva il presidente della commissione Antimafia Claudio Fava, che proprio oggi aveva audito l'assessore all'Economia Gaetano Armao proprio sull'argomento - come mi sembrava bizzarra e stravagante la sua nomina".

"Nel 2017, quando mi sono insediato la situazione della partecipate era disastrosa, ha dichiarato il vicepresidente della Regione siciliana ed assessore al bilancio Gaetano Armao, nel corso dell'audizione in commissione Antimafia. "Delle assunzioni all’Ast se ne occupava una società interinale", ha sottolineato Armao. Incalzato dal presidente Claudio Fava sui 13 assunti di Marineo, paese dell'ex dg finito ai domiciliari, l'assessore al Bilancio ha spiegato che gli è sempre stato risposto da Fiduccia che "delle assunzioni non sa nulla perché se ne è sempre occupata l’agenzia interinale".

"Io non sono mai stato favorevole al ricorso alle agenzie interinali. Dall’ordinanza (relativa all’inchiesta giudiziaria, ndr) emerge un verminaio assolutamente inaccettabile", ha aggiunto il vicepresidente della Regione parlando per oltre un'ora davanti alla commissione presieduta da Claudio Fava. Armao ha annunciato che la Regione sarà parte civile e ha specificato che delle assunzioni "si occupava una società interinale", evidenziando che l'assessorato all'Economia (cui spetta la vigilanza sulle società partecipate) "ha sempre contestato il ricorso a tali agenzie".

Nel corso dell’audizione Armao si è anche soffermato sulla puntualità da parte del governo nel proporre interventi normativi ove vi fossero state delle violazioni: "Su Eusebio D'Alì e Giovanni Amico, attuali vice presidente e direttore generale dell’Ast, stiamo facendo delle verifiche per capire come operare. Ovvero, se attendere la sentenza o procedere con la rimozione degli amministratori".

Proprio la posizione di Amico e quella del vicepresidente dell'azienda, Eusebio Dalì, era stata al centro dell'audizione. Rispondendo alle domande di Fava e della deputata Cinquestelle Roberta Schillaci, Armao ha specificato di avere "scritto al Ragioniere generale della Regione di fare le verifiche alla luce dell'ordinanza del gip, dopodiché saranno assunte le determinazioni, anche senza aspettare la magistratura".

"Ogni audizione in commissione Antimafia fa emergere nuovi particolari che testimoniano una gestione opaca dell’Ast. E’ inopportuno che il direttore generale sia presente nell’attuale assetto societario nonostante sia indagato, così come attualmente indagato è un membro del vecchio Cda. Il governo regionale revochi il Cda e avvii un’ispezione". A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Roberta Schillaci, a margine della commissione Antimafia. "I motivi per revocare il vecchio consiglio d’amministrazione dell’Ast - spiega Schillaci - ai sensi dello stesso Statuto della società e della legge regionale numero 9 del 2015, c’erano tutti, ma inspiegabilmente, non si comprende perché un Cda inadempiente, intempestivo e omissivo su azioni strategiche, sia rimasto bellamente al suo posto. Si chiede all'assessore Armao di aprire un focus sulla questione dei 100 mila euro che sarebbero spariti dalle casse Ast e su un’altra serie di fatti e inadempienze gestionali che vanno emergendo in questi giorni”, conclude Schillaci. 

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