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Cronaca

Insulti al giudice Falcone, la Figc assolve Fabrizio Miccoli

Niente squalifica e multa da 50 mila euro per l'ex capitano rosanero. "Resta indegna la frase pronunciata, ma il deferito ha pronunciato quelle parole durante una conversazione privata", si legge nel dispositivo della commissione giudicante

Niente squalifica e multa da 50 mila euro per Fabrizio Miccoli per le frasi ingiuriose nei confronti del giudice ucciso dalla mafia. La Commissione disciplinare della Figc ha prosciolto il capitano salentino dall’accusa di aver infranto l’articolo 1 dell’ordinamento sportivo con la frase "quel fango di Falcone" venuta fuori da un'intercettazione ambientale e poi pubblicata da alcuni giornali. Se l'è cavata anche il Palermo -  squadra nella quale l’attaccante militava all'epoca dell'episodio contestato - tirato in ballo per responsabilità oggettiva.

L'organo giudicante, presieduto da Sergio Artico, ha sostanzialmente confermato la natura indegna dell'espressione sul piano civile e morale, ma ha riconosciuto di non poter procedere alla sanzione - la Procura aveva chiesto una giornata di squalifica e 50mila euro di ammenda (stessa somma per il club rosanero) - perché quelle parole sono state rese al di fuori dell’ambito sportivo. Il capitano del Lecce ha partecipato all’udienza nella quale ha reso dichiarazioni spontanee.

"E' di tutta evidenza – è scritto nel dispositivo della commissione - che l’odiosa frase pronunciata dal Miccoli violi principi morali in termini tanto più gravi in quanto non solo proveniente da soggetto particolarmente noto, assurto a simbolo della squadra di calcio della quale era capitano, ma anche indirizzata ad un eroico magistrato caduto nell’esercizio del suo dovere in difesa della legalità e del vivere civile".

"Il deferito – prosegue il comunicato -  ha pronunciato le parole in questione nel corso di una conversazione privata, venuta alla luce solo perché captata nel corso di un’intercettazione ambientale. L'interlocutore è un soggetto non tesserato e la conversazione è avvenuta all’interno di un'autovettura, alle cinque del mattino in periodo estivo (13 agosto) in un contesto definito dallo stesso Miccoli "goliardico". Tale definizione può essere messa in dubbio, ma è certo che in ogni caso i due si trovavano in un contesto privato, non definibile, neppure in senso lato, sportivo. Non ogni condotta illecita di un tesserato può essere considerata in re ipsa rilevante disciplinarmente". (Fonte: LeccePrima.it)

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