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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Assenteismo al Civico: "Timbravano il cartellino ma poi andavano dal barbiere o in rosticceria"

I retroscena dell'inchiesta "Caffè lungo" dei carabinieri in cui sono coinvolti 9 dipendenti in servizio al Di Cristina. Tra loro anche un dirigente del pronto soccorso, un infermiere e due giardinieri. Uno degli indagati si sarebbe allontanato solo per fumare e chiacchierare, accumulando però ben 17 ore di assenze

C'era chi - puntuale come un orologio svizzero - ogni venerdì se ne sarebbe andato dal barbiere, chi sarebbe andato a fare la spesa al mercato di Ballarò, chi al panificio o al bar e chi si sarebbe semplicemente allontanato (anche dieci volte al giorno) per fumare, chiacchierare o telefonare. E' questo che emerge dall'inchiesta "Caffè lungo" dei carabinieri, che sabato scorso ha consentito di scovare nove presunti furbetti del cartellino all'ospedale dei Bambini. Tra gli indagati figurano un dirigente medico del pronto soccorso pediatrico, un infermiere del poliambulatorio, un impiegato dell'Ufficio relazione con il pubblico, un tecnico del laboratorio di analisi, oltre a 5 ex Pip, tra cui due giardinieri e un addetto alla manutenzione degli impianti elettrici.

I presunti casi di assenteismo sono emersi soprattutto dalla videoriprese e dai pedinamenti degli investigatori che sono durati solo un mese, dal 22 ottobre al 22 novembre del 2019. Le singole condotte, come mette in evidenza il gip nell'ordinanza di custodia cautelare, riguardano a volte pochi minuti o poche ore di assenza, con poche centinaia di euro di stipendio incassate indebitamente dagli indagati, ma sarebbero comunque sintomatiche di comportamenti diffusi.

Il recordman delle assenze

Il record delle assenze spetta ad un ex Pip che al Di Cristina avrebbe dovuto occuparsi di curare le aiuole e che invece, come hanno documentato i carabinieri, su 23 giorni di lavoro monitorati "si è allontanato illecitamente per 20 giorni". Complessivamente sono 29 ore e 37 i minuti in cui sarebbe risultato in servizio senza esserci, con una truffa ai danni dello Stato quantificata in 197,13 euro. L'indagato avrebbe ripetutamente lasciato la sua postazione e sarebbe andato in strade vicine all'ospedale dei Bambini "conquistandosi il triste primato dell'indagato più assente", rimarca il gip. Peraltro, per abbandonare il posto di lavoro sarebbe uscito dalla lavanderia, rendendo più difficile ai carabinieri la possibilità di seguirlo. "La quantità numerica e la sistematicità delle assenze - afferma il giudice - mostrano l'assoluto disprezzo da parte dell'indagato per i propri doveri di lavoratore" e il suo comportamento "appare fortemente preoccupante, restituendo un'immagine di totale disaffezione al posto di lavoro e al rispetto delle regole".

Il dirigente medico che torna a casa

Il dirigente medico in servizio al pronto soccorso si sarebbe allontanato per poco più di 4 ore in un mese di controlli, intascando indebitamente 183,95 euro pur non essendo realmente in servizio. I militari hanno documentato che si sarebbe allontanato in moto dal Di Cristina per andare al Policlinico e poi anche a casa sua. Il gip evidenzia come si tratti di "episodi che sebbene sporadici (l'attività di osservazione di circa 30 giorni ha documentato solo due episodi di allontanamento) sono caratterizzati da indubbio disvalore in ragione del ruolo rivestito dall'indagato all'interno della struttura" e che "la qualifica assunta di dirigente medico non può giustificare in sé il mancato rispetto, con criteri di rigore, dell'orario di servizio".

L'infermiere beccato sette volte in tre settimane

Tra i presunti furbetti del cartellino ci sarebbe anche un infermiere del poliambulatorio del Di Cristina. Si sarebbe allontanato senza motivo 7 volte tra il 24 ottobre e il 18 novembre del 2019, per un totale di 5 ore e 17 minuti, truffando 80,78 euro. Per lo più l'indagato sarebbe rimasto fuori dall'ospedale, seduto sul suo scooter a giocherellare con il telefonino, o si sarebbe allontanato. "Allontanamenti brevi", afferma il gip, ma "il numero degli episodi accertati induce a ritenere che si tratti comunque di comportamenti abituali, espressivi di una disaffezione nell'ottempereare ai propri doveri di lavoratore".

Le pause per fumare o bere un caffè che duravano 17 ore

Un altro ex Pip, addetto alla manutenzione degli impianti elettrici al Di Cristina, si sarebbe allontanato spesso dall'ospedale senza motivo, anche per più volte al giorno e pure per andare al mercato di Ballarò. Le sue presunte assenze sarebbero state soprattutto per fumare, chiacchierare con altri dipendenti e passanti o per telefonare. "Pause" piuttosto brevi che, però, una volta sommate diventano complessivamente 17 ore e 3 minuti. Così l'ex Pip avrebbe intascato indebitamente 113,10 euro di stipendio. Il gip sottolinea che "dal 22 ottobre al 22 novembre 2019 l'indagato ha lavorato solo per 16 giorni ed in 15 di essi si è assentato anche più volte al giorno" e parla di "comportamenti abituali" da parte sua. "Nella maggior parte dei casi si è trattato di allontanamenti per pochi minuti per fumare una sigaretta e bere un caffè, ma - dice il giudice - si è trattato di condotte più volte ripetute nell'arco della stessa giornata lavorativa, sicché esse, complessivamente valutate, assumuno una rilevanza nient'affatto trascurabile".

Il bar, la rosticceria e le telefonate al posto di lavorare

Un altro ex Pip, addetto al pronto soccorso pediatrico del Di Cristina, sarebbe stato beccato dai carabinieri non solo a fumare, chiacchierare e telefonare ma anche in un bar di corso Tukory dove avrebbe acquistato bibite e rosticceria, da consumare davanti al locale. In tutto sarebbe mancato senza motivo per 15 ore 27 minuti, truffando 101,64 euro. Il giudice rimarca come "le indagini hanno permesso di appurare che l'indagato passa gran parte delle giornate lavorative all'esterno dell'ospedale".

Il giardiniere in pizzeria o ad accudire il suo cane

Tra gli indagati c'è anche un altro ex Pip con le mansioni di giardiniere che si sarebbe allontanato ripetutamente per andare in altre zone della città, soprattutto alla Guadagna. I carabinieri lo avrebbero sorpreso anche mentre acquistava delle pizze, poi in un panificio, ma anche per andare (senza motivo) in piazza del Carmine e persino per accudire un cane. In tutto sono 27 ore e 56 i minuti in cui sarebbe mancato dal lavoro, incassando indebitamente 193,69 euro. Il gip evidenzia come tra ottobre e novembre del 2019, l'indagato sarebbe stato in malattia ed avrebbe poi lavorato soltanto 15 giorni "tanto è però bastato per dimostrare la sua abitualità nell'assentarsi arbitrariamente dal posto di lavoro". L'ex Pip avrebbe pure caricato ore di straordinario fittizie e "in questo modo è riuscito in soli 15 giorni a raggiungere e finanche superare le 60 ore di lavoro previste su base bisettimanale, ed al contempo si è assentato quasi per la metà del tempo".

L'impiegato dell'Urp che si allontana 12 giorni su 16

Il dipendente in servizio all'Urp, invece, su 16 giorni lavorativi per ben "12 si è ingiustificatamente allonatanato". L'indagato sarebbe sempre rimasto nelle vicinanze dell'ospedale, ma delle 60 ore lavorative previste in due settimane "si è assentato 16 ore 10 minuti", dimostrando "una certa abitualità nel tempo" a questo tipo di condotte.

Il tecnico dal barbiere ogni venerdì

Nell'inchiesta c'è anche un tecnico del laboratorio di analisi del Di Cristina che si sarebbe allontanato in tutto per un'ora e 48 minuti, intascando indebitamente 27,24 euro. Poca cosa, ma i carabinieri hanno rilevato come l'indagato si sarebbe assentato "il venerdì di ogni settimana, subito dopo aver timbrato il cartellino" per andare da un barbiere di corso Tukory.

Le passeggiate in corso Tukory

Infine un altro ex Pip, addetto al reparto di Neuropsichiatria infantile, sarebbe stato sorpreso mentre per strada parlava, telefonava, pranzava e sarebbe andato in corso Tukory, pur risultando regolarmente in servizio in ospedale. Sarebbe anche andato al bar e a mangiare pezzi di rosticceria, assentendosi senza motivo per 3 ore e 59 minuti, intascando indebitamente 27,02 euro.

Il gip: "Prassi sconfortante e diffusa"

La Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari per gli indagati, ma il giudice ha deciso di applicare una misura solo a otto persone (la sospensione dal servizio per un anno ai dipendenti dell'ospedale e l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per i 5 ex Pip). Nell'ordinanza sottolinea come "l'indagine ha messo in rilievo una prassi illecita che non è certo esclusiva dei soggetti nei cui confronti è stata chiesta la misura cautelare, una prassi certamente sconfortante (oltre che illecita) alla quale gli indagati hanno aderito, sebbene in misura minore rispetto a quanto emerso in altre indagini e che certamente avrà provocato oltre a compensi economici in parte non dovuti disservizi e disagi per l'utenza". In certi casi, infine, "le condotte reiterate restituiscono l'immagine di un ambiente lavorativo privo di regole in cui" gli indagati "erano liberi di allontanarsi dal posto di lavoro a qualunque orario senza dover rendere conto a nessuno".
 

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