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Cronaca Zisa / Via Paolo Gili

Vanno a fare la spesa, per negozi o al bar durante l'orario di lavoro: arrestati 8 dipendenti comunali

Operazione "Timbro libera tutti" della guardia di finanza contro l'assenteismo nella pubblica amministrazione. Ai domiciliari per truffa e false attestazioni otto tra lavoratori diretti del Comune, del Coime e della Reset in servizio ai Cantieri culturali alla Zisa. In tutto sono 43 gli indagati

Durante l’orario di lavoro c’era chi andava a fare la spesa o a comprare un paio di scarpe. C’era chi si concedeva una corsetta in tenuta sportiva e chi preferiva godersi una colazione al bar o fare visita a qualcuno. Sono 43 i dipendenti comunali in servizio ai Cantieri culturali alla Zisa coinvolti nell’inchiesta "Timbro libera tutti" della guardia finanza che questa mattina ha eseguito un’ordinanza del gip. In otto sono finiti ai domiciliari mentre altri venti sono stati sottoposti all’obbligo di dimora o di presentazione alla polizia giudiziaria. I lavoratori, impiegati diretti del Comune o delle partecipate Coime e Reset, sono ora indagati per truffa e falsa attestazione della presenza in servizio. Uno dei lavoratori coinvolti, secondo quanto reso noto, ha anche un'indagine per mafia.

VIDEO | Le immagini che incastrano i lavoratori

Ai domiciliari sono finiti: Dario Falzone (69 anni, Comune), Antonio Cusimano (60, Coime), Gaspare Corona (68, Coime), Mario Parisi (61, Coime); Francesco Paolo Magnis (61, Reset), Salvatore Barone (47, Reset), Giancarlo Nocilla (48, Reset) e Tommaso Lo Presti (50, Reset). Le indagini coordinate della Procura sono state eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria del Gruppo tutela mercato beni e servizi. In soli tre mesi i finanzieri avrebbero accertato mille episodi.

Attraverso i video ripresi con una telecamera nascosta, i pedinamenti, gli appostamenti e i riscontri documentali sono state conteggiate oltre 2.500 ore di servizio non rese dai dipendenti ma pagate ugualmente con soldi pubblici. "Molto frequenti - spiegano gli investigatori - erano i casi di timbrature multiple da parte di un singolo soggetto per conto dei colleghi in realtà non presenti in servizio". In altri casi invece i lavoratori avrebbero fatto ricorso allo strumento della "rilevazione manuale" che consente, in mancanza del badge personale, di attestare la propria presenza al lavoro tramite comunicazione scritta.

"L'aspetto più allarmante - sottolinea il colonnello Gianluca Angelini, comandante del nucleo di Polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Palermo - è il diffuso senso di impunità che ha permeato un significativo numero di pubblici dipendenti che si sono sentiti liberi di violare sistematicamente le regole del rapporto di impiego". Per il colonnello Angelini si tratta di "comportamenti che determinano un danno economico e di immagine per la pubblica amministrazione e che incidono negativamente sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini". 

"L’operazione di oggi - si legge in una nota - testimonia il quotidiano impegno della Procura e della guardia di finanza di Palermo per la tutela della legalità con l’obiettivo di contrastare perniciosi fenomeni illeciti a danno della pubblica aamministrazione che rappresenta e deve tutelare gli interessi della collettività". Il sindaco Leoluca Orlando, esprimendo il proprio apprezzamento per l'operazione, ha sottolineato che si tratta di una "realtà che grava sul corretto funzionamento dei servizi alla città e per questo l'amministrazione comunale si costituirà parte civile".

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