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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Il blitz contro l'assenteismo, la Procura: "Un contesto di assoluta anarchia amministrativa"

I pubblici ministeri che hanno coordinato l'inchiesta "Timbro libera tutti" della guardia di finanza parlano di "un modus operandi degli indagati generalizzato e diventato cronico", di "condotte illecite considerate come comportamenti normali" che hanno potuto verificarsi anche "per l'omesso controllo di chi doveva vigilare"

"Assoluta anarchia amministrativa", è così che la Procura definisce il contesto dei Cantieri culturali della Zisa in cui 43 tra dipendenti del Comune, del Coime e della Reset sono finiti sotto inchiesta per truffa, perché avrebbero attestato di essere in servizio mentre in realtà sarebbero stati altrove. "Condotte illecite" che finiscono "per essere considerate come comportamenti 'normali", anche per l'assenza "di qualsiasi forma di controllo", dicono gli investigatori.

Sono queste le considerazioni del procuratore aggiunto Sergio Demontis e del sostituto Maria Pia Ticino che coordinano l'inchiesta "Timbro libera tutti" della guardia di finanza e che stigmatizzano - come emerge nell'ordinanza emessa dal gip Rosario Di Gioia - il "modus operandi degli indagati generalizzato e divenuto cronico".

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"E' stata svelata - affermano gli inquirenti - l'esistenza di un sistema patologicamente dedito al malaffare ai danni della pubblica amministrazione cittadina, sviluppatosi e rafforzatosi nel tempo in un contesto di quasi assoluta anarchia amministrativa, tale da far apparire l'azione dei pubblici dipendenti svincolata da qualsiasi forma di controllo. Le indagini effettuate hanno evidenziato come tali condotte illecite si siano talmente diffuse ed abbiano infettato il quotidiano agire dei dipendenti indagati a tal punto da essere considerate come comportamenti 'normali'".

Inoltre, "appare evidente come il meccanismo fraudolento utilizzato dagli indagati abbia potuto realizzarsi e reggere nel tempo non solo grazie alle condotte di complicità tra colleghi ma anche a quelle di omesso controllo (seppure talvolta colposo) da parte dei soggetti preposti alla sorveglianza, in un contesto di diffuso disinteresse per le funzioni da svolgere".

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