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Cronaca

L'assalto alla Cgil di Roma, confermato il carcere per il leader di Forza Nuova Ursino

Il tribunale del Riesame ha rigettato il ricorso dell'indagato in relazione ai disordini del 9 ottobre

Resta in carcere Massimo Ursino, il leader palermitano di Forza nuova arrestato il 18 ottobre per l'assalto alla sede nazionale della Cigl, avvenuto a Roma il 9 ottobre. Il tribunale del Riesame ha infatti rigettato il ricorso dell'indagato, confermando quindi la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a suo carico.

Contro Ursino ed altri rappresentanti del movimento neofascista come Roberto Fiore e Giuliano Castellino (arrestati pure loro) ci sono i video ripresi quel giorno. Per la Procura di Roma, anche Ursino avrebbe fomentato il gruppo abbastanza nutrito di persone che aveva poi invaso e saccheggiato i locali del sindacato, staccandosi dal corteo di una manifestazione no vax e contro il Green pass.

Ursino, assistito dall'avvvocato Enrico Sanseverino, si era difeso rispondendo alle domande del gip durante l'interrogatorio e aveva sostenuto di essere entrato nella sede nazionale della Cgil dopo tutti gli altri e che avrebbe anche invitato i manifestanti a non toccare nulla, respingendo quindi tutte le accuse.

Dopo i disordini di Roma, il leader palermitano di Forza Nuova non solo aveva pubblicato sui social network delle foto che documentavano la sua trasferta nella Capitale, ma aveva pure affermato che si "è alzato il livello dello scontro" e che "il popolo, strappando via il velo delle diversità preconcette, utili solo al mantenimento dello status quo, si unisce spesso spinto da sede di giustizia ed è imprevedibile", rimarcando che "fino a quando il Green pass non verrà ritirato definitivamente, la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi".

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