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Cronaca

Spese pazze all'Ars, chiesto il rinvio a giudizio per 13 ex capigruppo

Si sono chiuse le indagini, per i magistrati dovrebbero essere processati 13 capigruppo della scorsa legislatura tra cui Giulia Adamo, Marianna Caronia e Francesco Musotto. Chiesta l'archiviazione per Cracolici, Gucciardi e altri 43 indagati

Chiusa l'indagine sulle cosiddette "Spese pazze all'Ars". La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per peculato nei confronti di 13 capigruppo della scorsa legislatura. L'unico per cui i magistrati hanno chiesto l'archiviazione è Antonello Cracolici del Pd, che ha appena riassuto lo stesso incarico in questa legislatura. Secondo i pm devono invece essere processati Giulia Adamo, Titti Bufardeci, Nunzio Cappadona, Marianna Caronia, Nicola D'Agostino, Cateno De Luca, Cataldo Fiorenza, Innocenzo Leontini, Rudy Maira, Livio Marrocco, Francesco Musotto, Salvo Pogliese e Paolo Ruggirello.

I magistrati chiedono l'archiviazione per 45 altri politici, tra i quali Giovanni Ardizzone, presidente dell'Ars, Baldo Gucciardi, appena nominato assessore alla Salute e già capogruppo del Pd, Davide Faraone, sottosegretario all'Istruzione, Francesco Cascio, Pino Apprendi, Luigi Gentile, Giuseppe Lupo, Raffaele Lombardo, Bernardo Mattarella e Gaspare Vitrano.

Gli indagati erano 97 in tutto. Per una quarantina di questi la posizione è stata stralciata e le indagini proseguono. L'inchiesta della Procura guidata da Francesco Lo Voi è stata coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Maurizio Agnello e Sergio Demontis. "E' stata un'indagine molto complessa e svolta con grande professionalità dalla guardia di finanza che ha analizzato migliaia di documentazioni e di atti", ha detto Agueci.

I FATTI - L'indagine - che risale a gennaio 2014 - fece tremare l'Assemblea regionale siciliana: secondo l'accusa, con i fondi destinati al funzionamento dei gruppi parlamentari c'era chi aveva "dirottato" duemila euro in una gioielleria, chi aveva impegnato bonifici per acquistare un'auto di lusso e shopping sfrenato. Dalla borsa Louis Vuitton, a cravatte e profumi.

Sull'onda del "caso Fiorito" la guardia di finanza iniziò a indagare nell'ottobre 2012 anche a Palermo, con l'obiettivo di scoprire se persistesse qualche illecito, oppure se alcuni rimborsi pubblici non avessero giustificazione. Ecco alcuni esempi: Rudy Maira avrebbe ricevuto 24 bonifici per un totale di 51 mila euro giustificati come acquisto di un'auto, veicolo che però, dalle indagini, risultò di uso privato e non per il gruppo politico. Francesco Musotto avrebbe speso invece 45 mila euro senza giustificazione. Giulia Adamo avrebbe speso 1.690 euro in una gioielleria, il Pd avrebbe preso 2.500 euro dalla cassa del gruppo per pagare il regalo di nozze per un'impiegata.

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