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Cronaca Piazza del Parlamento

I Nastrini tornano in piazza, presidio all'Ars: "Non vogliamo un futuro basato su sussidi"

I manifestanti chiedono "una migliore fruizione di servizi e una risposta occupazionale, in una città ormai sempre più svuotata e sempre più lasciata alla deriva"

I Nastrini sono scesi in piazza ancora una volta per rivendicare "una migliore fruizione di servizi e una risposta occupazionale, in una città ormai sempre più svuotata e sempre più lasciata alla deriva". I manifestanti hanno dato vita a un presidio davanti alla sede dell'Ars.

"Vogliamo - dicono - la creazione di settori di sviluppo economico sostenibile per tutti coloro che vivono una situazione di marginalità. Da decenni viviamo sulla nostra pelle le conseguenze di un sistema socio-economico-politico che non solo non si preoccupa delle fasce deboli ma che genera precarietà e impoverimento. La pandemia ha solo acuito lo stato di profonda povertàin cui da anni vivono moltissime famiglie palermitane". Chiedono poi "una maggiore cura del territorio e un piano di sviluppo per la nostra città che permetta di accorciare drasticamente le distanze sociali. Interventi straordinari per uscire dalla crisi occupazionale, sblocco dei bandi di concorso, sicurezze e garanzie per attraversare e superare questo periodo di crisi".

"Non possiamo più pensare il nostro futuro - il coro che si alza dalla piazza - costruito sui sussidi, vogliamo avere garanzie occupazionali. Ad oggi non possiamo più permetterci di vivere alla giornata e dipendere solo ed esclusivamente da prestazioni socioassistenziali; abbiamo la necessità e il diritto di costruirci una vita e garantirla alle nostre famiglie. Se siamo arrivati a questo punto la colpa è dei governi che si sono succeduti  che hanno ridotto la nostra terra in miseria e con un tasso di disoccupazione alle stelle rispetto alle altre città d’Italia. Chiediamo dunque, alle istituzioni, di prendersi carico delle proprie responsabilità. Gli anni passano e le condizioni delle classi indigenti peggiorano sempre di più. Tutte queste ragioni ci hanno portati a intraprendere la via della lotta sul territorio, attualmente unico strumento per creare un cambiamento e per ricordare alle istituzioni che abbiamo consapevolezza e volontà di portare avanti le nostre rivendicazioni. Creiamo comunità e andiamo avanti così, passo dopo passo raggiungeremo i nostri obiettivi, insieme e uniti".
 

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