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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Terremoto a due giorni dalle elezioni, arrestato candidato di Fratelli d'Italia: "Voto di scambio"

Dopo Polizzi, travolto da un'inchiesta insieme ad Agostino Sansone e al collaboratore Manlio Porretto, anche Francesco Lombardo è finito in manette con la stessa accusa. Custodia cautelare in carcere anche per Vincenzo Vella, boss della zona di corso dei Mille con cui avrebbe siglato un patto

Un altro candidato al consiglio comunale finisce in manette. A meno di 48 ore dal voto per le amministrative a Palermo, la polizia ha arrestato Francesco Lombardo, 54 anni a luglio, inserito nella lista di Fratelli d'Italia, che sostiene la candidatura a sindaco di Roberto Lagalla. Assieme a lui è finito in carcere anche il boss di corso dei Mille Vincenzo Vella, tornato libero a maggio dell'anno scorso, dopo essersi vista annullata una condanna a 20 anni. Il processo a suo carico è dovuto ripartire da zero.

L'accusa mossa agli indagati dalla Dda diretta dal procuratore aggiunto Paolo Guido è quella di voto di scambio politico-mafioso, la stessa mossa pochi giorni fa nei confronti di Pietro Polizzi, candidato al Consiglio di Forza Italia, del boss Agostino Sansone e di un suo collaboratore, Manlio Porretto, finiti anche loro in carcere e che interrogati ieri hanno negato le accuse.

FRANCESCO LOMBARDO USCITA COMMISSARIATO-2

Alla base dell'inchiesta in cui è coinvolto Lombardo, geometra che in passato è stato consigliere comunale a Villabate, ci sono anche questa volta delle intercettazioni, che risalirebbero al 28 maggio scorso, captate proprio durante un incontro con Vella. In questo caso, a cercare il mafioso sarebbe stato il politico per chiedergli un sostegno, secondo l'accusa, in vista della tornata elettorale di domenica. 

Sul profilo Facebook di Lombardo sono tanti i post in cui chiede di votarlo come "una persona nuova che rappresenterà per tutti un punto di riferimento. Sono sicuro che mi volete bene e che andrete a votare per noi", scriveva qualche giorno fa, indicando anche la candidata con cui è in tandem, Teresa Leto, estranea alle indagini. "Migliaia sono i motivi che mi spingono a fare questa scelta - spiegava Lombardo in un post del 22 aprile scorso, annunciando la sua candidatura nelle fila di Fratelli d'Italia - tutti racchiusi in un solo vero motivo, l'amore per questa città dove sono cresciuto tra gente umile (...) Intendo impegnarmi per dare un contributo alla rinascita di questa città (...) Palermo merita le mie attenzioni ed il mio impegno per dare il massimo sempre nell'interesse della città dove ho vissuto e scorrazzato per le strade del mio quartiere di origine".

Quanto a Vella, si tratta di uno degli imputati nel processo "Maredolce" che, nel 2017, aveva sgominato il clan di Brancaccio. Assieme ad altre 14 persone era stato processato con l'ordinario ed inizialmente condannato dal tribunale a 20 anni (in continuazione con precedenti condanne per mafia). In appello, però, la Corte aveva dovuto - come richiesto dagli avvocati sin dall'udienza preliminare - annullare il decreto di rinvio a giudizio, perché il giudice dell'udienza preliminare, da gip, aveva disposto alcune intercettazioni. Era quindi incompatibile e non avrebbe dovuto rinviare a giudizio gli imputati. Così erano stati tutti scarcerati e anche Vella era tornato libero. Il processo azzerato è poi ripartito nei mesi scorsi.

Esattamente come è avvenuto nel caso di Polizzi, che dalla cella ha poi ritirato la sua candidatura con Forza Italia, la Procura di fronte alla gravità dei contenuti delle intercettazioni ha ritenuto di dover intervenire con urgenza, a pochi giorni dal voto, richiedendo la custodia cautelare che il gip ha disposto a sua volta in tempi rapidissimi. Segno che gli inquirenti riescono ormai quasi ad anticipare le mosse dei boss.

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