Le ruba il telefono in pieno centro, lei si aggrappa allo scippatore e lo fa arrestare
Una donna avvocato racconta a PalermoToday la disavventura capitata in via Ruggero Settimo: "Ho agito d'istinto, sono stata trascinata per diversi metri sotto la pioggia". Poi l'intervento decisivo di un carabiniere e di un bengalese. "Ma molta gente è rimasta a guardare..."
"Non mi sono accorta di nulla, mi sono vista sfilare il cellulare dalle mani e mi sono aggrappata allo scippatore. Sono caduta e mi ha trascinato per diversi metri, davanti all’indifferenza dei tanti passanti. Questo è quello che mi ha fatto più male". A raccontare l’episodio, ancora carica di adrenalina, una donna avvocato trentenne che lunedì è finita nel mirino di un giovane scippatore in via Ruggero Settimo. Grazie al suo istinto, con l’aiuto di un carabiniere fuori servizio e di un ragazzino di origine bengalese, è riuscita a bloccare il ladro e a recuperare il suo smartphone: "Ancora devo finirlo di pagare - spiega a PalermoToday la professionista che preferisce restare anonima - col cavolo che glielo lasciavo portare via. Anche se con il senno di poi non lo rifarei. Non sapevo con chi avessi a che fare e incoscientemente mi sono lanciata all’inseguimento".
Erano le 18.30. L’avvocato era appena uscita dal suo studio e stava rientrando verso casa. "Indossavo gli auricolari e tenevo la borsa tra le mani insieme al cellulare. E’ stato un attimo. Ha afferrato il cellulare e si è messo a correre. Di riflesso sono riuscita ad afferrarlo per un braccio e non l’ho più mollato. Pioveva ed ero bagnata fradicia, avevo il trucco sbavato e ho urlato per tutto il tempo per cercare di attirare l’attenzione". Un inseguimento durato complessivamente una manciata di minuti, sotto una leggera pioggia che rendeva viscidi marciapiedi e asfalto: "Fortunatamente indossavo un paio di Clarks e non le solite scarpe col tacco". Nessuno, però, è intervenuto per bloccare questo giovane delinquente che nel frattempo aveva raggiunto i portici vicino all'Unicredit.
L’avvocato, ormai stremata, si trovava per terra quando ha realizzato che il suo "incubo" era finito. "Si è avvicinato un giovane ambulante bengalese per portarmi il cellulare, mi ha sorriso e mi ha detto: ‘Ecco a te signora’. Non so se lui abbia solo raccolto il cellulare o abbia contribuito a bloccare lo scippatore. Da quello che ho sentito dopo credo di si e gliene sono comunque grata". Solo allora la folla ha circondato il giovane bandito. "Prima nessuno si era interessato a ciò che mi era successo. Poi più di una persona si è avvicinata per chiedermi: ‘Signorina come sta?’. Avrei preferito che intervenissero prima. Poi si è stata la volta di una donna in bici che ha chiesto a me conto e ragione di quel capannello di persone che aveva accerchiato il giovane e della ‘violenza’ con cui lo stavano apostrofando. Ho contato fino a dieci a mi sono congedata da lei".
Pochi istanti dopo sono arrivate due pattuglie dei carabinieri per ammanettare lo scippatore e portarlo nei loro uffici per ulteriori accertamenti. Anche l’avvocato, ancora sotto shock, è andata in caserma per sporgere denuncia e chiarire alcuni dettagli sulla sua disavventura. "Non sono un'eroina, l'ho fatto istintivamente - ci tiene a precisare - e per difendere me stessa". L’arrestato, invece, è stato poi accompagnato a casa e messo ai domiciliari in attesa del giudizio per direttissima. Dopo la convalida dell’arresto il giudice non ha applicato alcuna misura cautelare nei confronti dello scippatore, un ventunenne palermitano incensurato.