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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Aveva due condanne per spaccio ma era a bordo della nave coi migranti: arrestato

E' sbarcato al porto sul rimorchiatore "Vos Thalassa", attraccato con oltre mille profughi e sette cadaveri. Arrestato anche il presunto scafista, individuato grazie alle numerose testimonianze raccolte da finanziari e poliziotti

Su di lui pendevano due condanne definitive in Italia per spaccio di stupefacenti ma era a bordo del rimorchiatore italiano “Vos Thalassa” sbarcato ieri al porto con oltre mille migranti e sette cadaveri, “raccolti” in acque internazionali. Per questo Youssef Maazouzi, marocchino 39 anni, oggi è stato arrestato. In manette anche il presunto scafisca dell'imbarcazione che ha trasbordato i migranti, in pieno Mediterraneo, al largo della Libia ma in acque internazionali. L'uomo individuato e fermato dalla Guardia di Finanza e dalla polizia si chiama Obi Didea, ha 22 anni ed è un cittadino nativo del Niger. Aveva tentato di confondersi, e di nascondere il suo ruolo, tra i migranti ma non è riuscito nell'intento. 

SBARCATI AL PORTO OLTRE MILLE MIGRANTI | VIDEO

Il presunto scafista apparterrebbe ad un’organizzazione criminale, dedita a favorire l’illegale ingresso di stranieri nel territorio italiano. I poliziotti e i finanzieri sono riusciti ad arrivare a lui raccogliendo decine di testimonianze dei migranti a bordo del rimorchiatore. Le informazioni raccolte hanno consentito anche di ricostruire, nel dettaglio, le modalità del viaggio iniziato dalle coste libiche, delineando uno spaccato purtroppo non inedito, fatto di soprusi e privazioni, che a ogni sbarco si arricchisce di particolari sempre più agghiaccianti. 

I migranti hanno raccontato di avere trascorso lunghi mesi di privazioni e malversazioni all’interno di campi base sulle coste libiche prima di essere trasferiti su imbarcazioni fatiscenti e di fortuna fatte partire per l’Italia. Il trasporto dei migranti dal campo base all’imbarcazione sarebbe avvenuto di notte all’interno dei cassoni di furgoni frigoriferi, forse per sfuggire allo sguardo indiscreto dei cittadini presenti lungo l’itinerario da percorrere. I migranti hanno completato il loro racconto descrivendo le difficili condizioni del loro viaggio sull’imbarcazione e indicando Obi Didea come scafista.

Il ventiduenne è accusato di avere condotto una delle imbarcazioni di migranti, confluiti nei 1.042 tratti in salvo, e adesso si trova nel carcere “Pagliarelli” insieme a Youssef Maazouzi.

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