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Cronaca

Sfruttavano i lavoratori e li costringevano a restituire parte dello stipendio, tre cinesi ai domiciliari

Una coppia e il loro figlio gestivano un emporio con due punti vendita tra Termini e Palermo. Secondo quanto accertato dai carabinieri avrebbero fatto lavorare i loro dipendenti oltre l'orario previsto minacciandoli, in caso di lamentele, di firmare il loro licenziamento

Padre, madre e figlio ai domiciliari per sfruttamento del lavoro ed estorsione. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza del gip di Termini a carico di tre imprenditori cinesi, datori di lavoro e amministratori di un emporio con due sedi, una a Palermo e l’altra a Termini.

Le indagini dei carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro e del Nucleo operativo del gruppo Tutela del lavoro, relative agli anni 2019, 2020 e 2021, sono state coordinate dalla Procura di Termini. Secondo quanto accertato i problemi dei lavoratori riguarderebbero il punto vendita in provincia.

I tre cinesi infatti avrebbero assunto tre lavoratori "approfittando del loro stato di bisogno, sottopagandoli e facendoli lavorare oltre l’orario previsto, in violazione delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro, con l’aggravante per aver commesso il fatto con minaccia di licenziamento".

Come se non bastasse, hanno ricostruito i carabinieri, pagavano due dei tre dipendenti tramite bonifico sulla loro carta prepagata. Nonostante quanto indicato in busta pagata però "li costringevano - spiegano dal Comando provinciale - a restituire parte dell’importo".

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