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Cronaca

Caso Helg, l'inchiesta si allarga: 14 indagati sugli appalti all'aeroporto

L'arresto del vice presidente della Gesap ha fatto accendere i riflettori sulla gestione dello scalo. Il gip nell'ordinanza con cui concede i domiciliari all'indagato sottolinea la "spregiudicatezza" e il "cinismo dimostrati nel pianificare e portare a compimento una gravissima azione delittuosa"

L'inchiesta sugli appalti all'interno dell'aeroporto di Palermo si allarga. L'arresto del vicepresidente della Gesap (la società che gestisce lo scalo ndr.) Roberto Helg, incastrato mentre chiedeva e intascava una tangente per il rinnovo della concessione dello spazio espositivo al titolare della pasticceria Palazzolo, ha fatto accendere i riflettori sulla gestione dello scalo. Gli inquirenti dubitano che Helg abbia potuto agire da solo e ipotizzano la presenza di una "regia", di un "tavolino" dove sedevano, oltre all'arrestato, altre persone.

Secondo quanto riporta il sito internet dell'agenzia Agi "altre 14 persone sono adesso sotto indagine per un filone precedente e autonomo, in cui si indaga sugli appalti per l'ammodernamento dello scalo, ma anche sull'affidamento dei servizi, per i lavori sulle piste, per i parcheggi a pagamento. Indagini pure sulle consulenze, con reati ipotizzati come associazione per delinquere semplice, turbativa d'asta e corruzione. Quest'ultimo reato viene contestato a Carmelo Scelta, il direttore generale dell'azienda, ampiamente preso in considerazione, anche se il suo nome è coperto da "omissis", nell'ordinanza di arresti domiciliari emessa nei confronti di Roberto Helg". A mandare Palazzolo dall'ormai ex presidente della Confcommercio siciliana sarebbe stato proprio Scelta, il direttore generale della Gesap per il quale la società ha deciso la sospensione.

Il gip Angela Gerardi ha concesso a Helg i domiciliari alla luce dell'età (79 anni), dell'essere incensurato e della mancanza di "esigenze cautelari di particolare rilevanza". Allo stesso tempo però usa parole forti e sottolinea la "spregiudicatezza" e il "cinismo dimostrati dall'indagato nel pianificare e portare a compimento una gravissima azione delittuosa in danno di un amico, per di più approfittando di una momentanea condizione di difficoltà di quest'ultimo, determinata dall’incertezza della proroga del contratto di sub concessione di uno spazio commerciale ritenuto essenziale per la sopravvivenza dell’azienda di cui è titolare”.

Helg, si legge nel provvedimento, “ha ammesso le proprie responsabilità per altro ha ostinatamente escluso ogni responsabilità di terzi, in relazione ai fatti oggetto della richiesta o a vicende analoghe, nonostante gli sia stata data lettura di alcuni passaggi del colloquio registrato dal Palazzolo, non spiegabili se non ipotizzando l'esistenza di una pratica corruttiva più diffusa ed articolata di quanto lui abbia voluto lasciar credere”

E mentre i giudici cercano di fare luce su quello che sembra essere un vero e proprio "sistema", Roberto Helg non si è ancora dimesso da presidente della Camera di commercio così il Consiglio dell'ente camerale ha deciso di "congelargli" lo stipendio, 46 mila euro all'anno. Inoltre, i consiglieri, 32 persone in rappresentanza delle associazioni imprenditoriali, hanno concordato di non dimettersi, in quanto la scelta non avrebbe comportato la decadenza del presidente. Tra le decisioni assunte anche quella di costituirsi parte civile al processo contro Helg e di attendere la valutazione dell'advisor prima di prendere posizione ufficiale sulla privatizzazione della Gesap, di cui l'ente camerale detiene il 22%.

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