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Cronaca Carini

Dopo l'arresto Ferdico si difende: "Facevo solo da consulente"

Questa la tesi sostenuta dal "re dei detersivi" durante l'interrogatorio davanti al giudice. Avrebbe dato una mano a Francesco Montes per cercare di risollevare le sorti del centro commerciale di Carini nella speranza, un giorno, di tornarne in possesso

Non sarebbe stato in affari con chi si occupava, fra gli altri, di quello che fu il suo centro commerciale a Carini ma avrebbe solo fornito delle consulenze per cercare di risollevarne le sorti nella speranza, un giorno, di rientrarne in possesso. Si riassume così la difesa dell’imprenditore Giuseppe Ferdico (61 anni), arrestato pochi giorni con l’operazione “Backdoor” per intestazione fittizia di beni. Secondo le indagini della Finanza, invece, sarebbe uscito dalla porta principale per rientrare da quella secondaria, continuando di fatto a gestire il suo "Portobello".

Davanti al giudice, oltre al “re dei detersivi”, si è presentato anche Francesco Montes (68 anni), il quale ha riferito dei trascorsi burrascosi con il direttore amministrativo di una delle società inserite all’interno della gestione del mall Portobello, ovvero quello da cui avrebbe incassato il pizzo (sotto le telecamere nascoste della guardia di finanza). Ferdico non ha negato il suo rapporto con Montes, ma respinge la tesi secondo cui fossero soci.

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L’imprenditore - ha spiegato - andava al centro commerciale che gli era stato sequestrato per parlare con dirigenti e impiegati e fornire loro consigli su richiesta dello stesso Montes. Questi contatti, però, sarebbero stati registrati nel 2014, due anni dopo l’”insediamento” di Montes e a ridosso della sentenza di primo grado che assolveva Ferdico dall’accusa di concorso esterno. Dunque avrebbe partecipato nell’ombra al risanamento della gestione di Portobello, sequestrato al "re dei detersivi" nel 2012 e confiscato nel marzo 2017 (nonostante l'assoluzione in primo grado contro la quale si è opposta la Procura).

Le mani sui beni confiscati, 5 arresti

Una versione molto simile a quella fornita da Montes, con il quale Ferdico si conosce da circa un trentennio. Secondo l’accusa, invece, l’imprenditore 68enne avrebbe acquisito i due rami d’azienda - intestandoli al figlio data la sua condanna in via definitiva per bancarotta fraudolenta - proprio per permettere a Ferdico di rientrare nel giro. Il tutto con la complicità Luigi Antonio Miserendino, al quale si era rivolto l'imprenditore che poi ha denunciato tutto. Ma l'amministratore giudiziario, che sarebbe potutto intervenire, diceva: "A me in questa situazione, chi me lo fa fare di intervenire? Mi continua a sollecitare dicendo che posso risolvere la situazione. Io la situazione la popsso risolvere con un atto di forza, ma a me in una situazione del genere chi mi ci porta a fare un atto di forza?".

Durante l’interrogatorio si è discusso anche del rapporto tra Montes e l’imprenditore che ha acceso i fari sulla presenza e sulle pressioni di Ferdico e la riscossione del pizzo di cui si sarebbe occupato Pietro Felice (50 anni) e Antonino Scrima (54), arrestati anche nell’operazione della guardia di finanza. Sotto questo profilo Montes ha spiegato di giudicare negativamente il lavoro dell’imprenditore con il quale ci sarebbero state questioni economiche da discutere e risolvere. In mattinata sarà ascoltato dal giudice l’amministratore giudiziario, accusato di favoreggiamento personale e reale.

Arresto Ferdico: "E' riuscito a imporre il pizzo al centro commerciale" | Video

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