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Cronaca Noce / Via Luigi Settembrini

Donna trovata morta alla Noce, svolta nelle indagini: dopo 2 anni arrestato il compagno

La polizia ha portato in carcere Carlo Di Liberto, 45 anni, accusato dell'omicidio di Anna Alexandra Hrynkiewicz. Nel maggio del 2019 il corpo della polacca, che aveva una ferita in testa, era stato segnalato da alcuni passanti in via Luigi Settembrini

A due anni dalla tragedia di via Settembrini, nel quartiere Noce, arriva una svolta nelle indagini sulla morte di Anna Alexandra Hrynkiewicz (foto allegata). La squadra mobile della polizia ha eseguito questa mattina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ha accompagnato al Pagliarelli Carlo Di Liberto, 45 anni, accusato dalla Procura di aver ucciso al culmine di una lite la compagna, una donna polacca di 44 anni trovata esanime e con una ferita alla testa nel maggio del 2019.

Anna Hrynkiewicz morta noce-2A segnalare l'accaduto, erano stati alcuni passanti dopo aver notato la donna per terra. In pochi minuti l’area era stata transennata dagli agenti delle volanti per consentire al personale della Scientifica di eseguire i rilievi e cercare indizi per fare luce sull'accaduto. Il cadavere era stato trasferito all’Istituto di medicina legale del Policlinico per l’autopsia ma dopo i primi accertamenti si era fatta strada, fra le altre, l’ipotesi che la 44enne avesse avuto un infarto.

Ciononostante restavano i dubbi su quella ferita al capo, compatibile con una caduta ma anche con un colpo inferto con un oggetto contundente. Il compagno era stato subito ascoltato dagli investigatori della squadra mobile, anche perché alcuni vicini avevano riferito di aver sentito litigare la coppia. Una versione che sarebbe stata confermata già allora dallo stesso Di Liberto secondo il quale però, subito dopo, Hrynkiewicz si sarebbe allontanata.

Lo scontro fisico tra i due sarebbe iniziato in casa e si sarebbe concluso all'esterno, a poche decine di metri dall'abitazione. "Nel corso delle indagini - si legge in una nota - sono emersi elementi penalmente rilevanti che hanno portato ad ipotizzare l’indole violenta dell’uomo, facendo emergere altri episodi di aggressione di cui si sarebbe reso responsabile. In una circostanza, ad esempio, ad essere minacciato con una pistola sarebbe stato il figlio del Di Liberto, ritenuto dal padre responsabile di sparizioni di denaro dai cassetti di casa".

Un altro contributo alle indagini è stato fornito dalle testimonianze dei vicini di casa che hanno raccontato di “aver avuto - si legge in una nota della Questura - nel recente passato animate discussioni sfociate in querele reciproche. In questo contesto gli investigatori hanno delineato altre responsabilità a carico di Di Liberto ritenendolo presunto artefice di una serie di danneggiamenti alle auto di alcuni vicini parcheggiate sotto casa dei rispettivi e date alle fiamme tra l’agosto ed il settembre del 2018”.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti il Di Liberto avrebbe appiccato il fuoco ai mezzi per punire quelle persone che, secondo lui, erano responsabili di alcuni controlli amministrativi eseguiti della polizia municipale in un immobile in cui l’indagato conduceva un’attività di autorimessa e che pochi mesi prima, nel giugno del 2018,  avrebbero portato alla chiusura della propria attività perché sprovvista di autorizzazioni.

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