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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

"Video porno con una tredicenne diffusi in rete", arrestati cinque giovanissimi

Pur di essere accettata da un comitiva la ragazzina avrebbe fatto sesso con gli indagati - quattro hanno 17 anni e uno ne ha compiuti da poco 18 - che l'avrebbero ripresa di nascosto. L'inchiesta è partita dalla denuncia dei genitori della giovane che hanno scoperto l'esistenza dei filmati. Dalla Procura per i minorenni: "Dalla pandemia fenomeno sempre più allarmante"

Per loro sembrava tutto un "gioco" innocente e non si rendevano conto che diffondere quei video, che ritraevano a sua insaputa una ragazzina, avrebbe trasformato qualcosa di bello come la sessualità in un incubo senza fine. Gli agenti della sezione di polizia giudiziaria presso il tribunale per i minorenni ha eseguito cinque misure cautelari nei confronti di quattro diciassettenni - collocati in una comunità - e di un maggiorenne - sottoposto ai domiciliari - per produzione, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico.

La vicenda ha inizio qualche mese fa, quando una coppia di genitori viene a conoscenza dell’esistenza di un video a sfondo sessuale che riguarda la loro figlia appena tredicenne. A seguito di una prima attività d’indagine gli investigatori sono riusciti a risalire all’identità dei giovanissimi e a sequestrare loro i cellulari per cercare il video incriminato. "Determinanti - ricostruiscono dalla polizia - le audizioni effettuate con la minore alla presenza di uno psicologo che hanno atto emergere uno spaccato di solitudine e disagio".

Stalking e stupri, quando a delinquere sono i ragazzini

Il quadro che ne è venuto fuori appare ancora più desolante: "Emergeva il desiderio della minore - aggiungono - di far parte di una comitiva, di acquisire una vita sociale connotata da uscite e frequentazioni, in realtà la tredicenne veniva invischiata in continue richieste di prestazioni sessuali, anche di gruppo, da parte di giovani che si sono dimostrati con tali condotte privi di moralità". Da qui le perquisizioni e i sequestri degli smartphone che contenevano le immagini. E il video non era soltanto uno.

"I giovani indagati - ricostruiscono gli investigatori sulla scorta delle chat trovate - apparivano come soggetti spavaldi, unicamente incentrati verso il soddisfacimento dei propri impulsi sessuali e proiettati verso la realizzazione di video pedopornografici, realizzati in maniera semi professionale, dapprima condivisi e poi diffusi in rete”. L’analisi dei dispositivi, affidata a un consulente tecnico, ha permesso di trovare altre riprese in cui la tredicenne era stata inconsapevolmente ripresa "e diversi sono stati gli scambi denigratori e lesivi della dignità della vittima"

"Dalla pandemia in poi - spiega a PalermoToday la dottoressa Claudia Caramanna, che guida la procura presso il tribunale per i minorenni - le relazioni sociali sono cambiate ma da un po’ di tempo a questa parte il fenomeno sta assumendo dei contorni preoccupanti. I giovani purtroppo non si rendono conto dei danni che possono creare con questi comportamenti che denotano una totale mancanza di rispetto. Non capiscono che rischiano di distruggere la vita delle persone anche perché risulta impossibile ricostruire il giro che fanno queste immagini una volta entrate nel circuito di social e internet".

Ciò che emerge dalle indagini è la totale inconsapevolezza dei danni che possono provocare determinate azioni sulla crescita delle vittime. "Restrizioni permettendo - conclude il procuratore Caramanna - vogliamo agire in via preventiva e avviare iniziative di sensibilizzazione nelle scuole. Questi ragazzi hanno realizzato la gravità del fatto, inconsapevoli del fatto che costituisca un grave reato, solo dopo il nostro intervento".

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