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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Si fingono professionisti per ottenere prestiti, 5 arresti per truffa: coinvolto un dipendente comunale

Grazie all'impiegato pubblico avrebbero falsificato i documenti necessari per avviare le pratiche. Diciotto i casi ricostruiti dai carabinieri e contestati tra operazioni bancarie e acquisti di auto. Indagato anche un funzionario regionale che avrebbe "prestato" il telefono del suo ufficio per eventuali verifiche da parte degli istituti di credito

Avrebbero fatto carte false spacciandosi per facoltosi ex professionisti ormai in pensione così da potere ottenere dalle banche finanziamenti per decine di migliaia di euro o per acquistare macchine che poi avrebbero pure rivenduto. Tutto grazie alla complicità di un dipendente dell’ufficio Anagrafe del Comune di Palermo e di un funzionario regionale che lavora al Dipartimento dello sviluppo rurale e territoriale che avrebbe retto il gioco in caso di controlli.

I carabinieri della compagnia di Bagheria hanno arrestato cinque persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alle truffe e sostituzione di persona, fabbricazione di documenti falsi, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e accesso abusivo ad un sistema informatico. In carcere vanno Rosario Di Fatta (56 anni), Stefano Ganci (53), Saverio Giunta (66), Lorenzo Motisi (44, funzionario regionale), Salvatore Randazzo (58, impiegato comunale).

Le indagini, coordinate dalla Procura e culminante nell’ordinanza del gip, sono state condotte tra dicembre 2019 e agosto 2020. Secondo quanto ricostruito sarebbero diciotto le truffe commesse dall’organizzazione che, nel giro di quasi un anno, sarebbe riuscita a tirare su circa mezzo milione di euro. Il meccanismo escogitato e contestato sarebbe abbastanza semplice: il dipendente comunale, dietro il pagamento di una somma, sarebbe entrato nei sistemi informatici dell'Anagrafe per fornire i nominativi per la sostituzione di persona e i numeri dei documenti d’identità.

A quel punto gli indagati avrebbero avviato le pratiche chiedendo finanziamenti - dai dodicimila agli ottantamila euro - alle banche oppure acquistando auto che poi avrebbero rivenduto generando ulteriori profitti, lasciando praticamente le vittime all’oscuro di tutto. Solo allora, in caso di verifiche da parte degl istituto di credito, sarebbe entrato in gioco il funzionario del Dipartimento dello sviluppo rurale che avrebbe messo a disposizione l’utenza telefonica del suo ufficio "per assicurare - si legge in una nota - che i richiedenti fossero dipendenti regionali".

"Risultano indagate in stato di libertà - prosegue la nota del Comando provinciale - anche altre sette persone che avrebbero prestato la propria fotografia per la materiale fabbricazione di documenti falsi, poi utilizzati nelle varie fasi delle truffe. Mentre per loro il giudice per le indagini preliminari non ha disposto alcuna misura cautelare, gli altri cinque sono stati accompagnati in carcere e ci resteranno almeno sino all’interrogatorio di garanzia".

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