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Cronaca

La truffa sulle polizze, le parentele inventate e le residenze fasulle: "Mettici che vive a Blufi..."

I trucchi della banda sgominata dalla guardia di finanza. Le agenzie del "Sistema Mendola" sarebbero state in via Messina Marine e via Buonriposo. I clienti sulla carta avrebbero vissuto nei comuni più piccoli della provincia dove ci sono meno incidenti. I sospetti: "Tutti 'sti cristiani a Blufi non ci sono stati mai, c'è qualcosa che non quadra..."

Avrebbero garantito un prezzo molto conveniente sulle polizze assicurative, ma perché - sostiene la Procura - avrebbero utilizzato una serie di trucchi per falsare le carte, come cambiare la residenza e lo stato di famiglia all'insaputa dei clienti. Che, pur essendo di Palermo, si sarebbero ritrovati per esempio a vivere - senza esserci mai stati  - nei comuni più piccoli della provincia, come Blufi, Gratteri e Bompietro, ma anche in quelli del Trapanese, come Paceco e Favignana, dove minore è il numero degli incidenti stradali e quindi più basso è il costo della polizza, ma senza ottenere alcun beneficio. Il vantaggio lo avrebbero avuto invece gli indagati, che avrebbero intascato la differenza tra quanto realmente pagato dagli automobilisti e il costo effettivo dell'assicurazione. 

I nomi degli indagati

Il gip Lorenzo Jannelli non esita a parlare di "Sistema Mendola", riferendosi ai meccanismi fraudolenti messi in atto dal presunto capo della banda, Salvatore Mendola, titolare dell'agenza "Assicura Mercato" di via Messina Marine 279, che sarebbe stato aiutato dal figlio Francesco, con un'agenzia in via Buonriposo 112, la "Mendola&Lucia Consulenza", e avrebbe potuto contare anche su Francesco Sideli, intermediario assicurativo, che gli avrebbe fornito le credenziali per accedere abusivamente alla banca dati dell'Ania. Sono finiti tutti ai domiciliari, grazie alle indagini della guardia di finanza.

Le agenzie 

In base ai controlli compiuti dagli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Andrea Zoppi, sono state individuate altre agenzie, oltre a quelle dei Mendola, che - anche inconsapevolmente, tanto che poi hanno pure denunciato - si sarebbero avvalse dell'illecita attività di intermediazione di Mendola. Si tratterebbe delle attività che si trovano in via Goethe 22, in corso Tukory 141, in via Mariano Stabile 136, e di un'altra a Misterbianco, in provincia di Catania, in via Gramsci 84. Nonché quella intestata alla moglie di Paolo Genovese, interdetto dalla professione per 6 mesi, in corso dei Mille 1176.

"Ma che te ne fotte, mettici Blufi!"

Gli indagati non avrebbero avuto alcuna difficoltà a modificare i comuni di residenza. Mendola chiedeva a Sideli come fare un cambio: "Ascolta c'ho un motore e questo è residente a Godrano, ce lo fanno Godrano? Se no gli devo fare un foglio di via e glielo metto da un'altra parte e me n'esco? Sempre Scillato, tutti Scillato... Ma se dicono tutti Scillato" e l'altro: "E che cazzo te ne fotte, ma se no mettici, aspetta, che cazzo ci puoi mettere... Blufi".

"Tutti 'sti cristiani non c'hanno stato mai a Blufi, qualcosa non quadra"

Ad un certo punto sarebbero sorti dei sospetti: troppe polizze proprio a Blufi, per esempio, comune con circa mille abitanti. E una donna lo diceva chiaramente al telefono a Sideli, ipotizzando proprio una truffa: "Ma dimmi una cosa ma tutte queste persone di Blufi che non sono blufesi perché noi conosciamo tutto Blufi e sono persone non di Blufi, con gli stati di famiglia, dico sono persone false, signor Sideli... Non sono blufesi, signor Sideli, qualcuno che fa imbrogli agli stati di famiglia e certificati di residenza perché a Blufi 'sti cristiani non c'hanno stati mai, Blufi è più picciridda di Bompietro... Sono cognomi che non sono blufesi, c'è qualcosa che non quadra... Non è che c'è un giro di persone che poi circolano a Napoli o a Palermo?" e lui rispondeva: "Signora, che ne so, mi mandano l'attestato, tutte cose precise".

Poi però, Sideli chiamava proprio il suo pressunto complice Mendola e gli spiegava dei sospetti, suggerendo: "Quindi tu a Blufi non mi mandare più, mandami per ora Gratteri o mettici Cefalù". Lo stesso Mendola in un altro caso suggeriva: "Basta ora cu 'stu Cefalù, cafudda verso Pollina".

"Siamo nei guai, dice che gli stati di famiglia sono falsi"

Ma sospetti ci sarebbero stati anche in relazione agli stati di famiglia. Sideli informava infatti Salvatore Mendola: "Salvatò, minchia nei guai siamo, mi telefonarono dalla direzione, trovarono qualche 12/13 stati di famiglia dice che sono falsi, non lo so come cazzo andrà a finire" e Mendola suggeriva: "A te te li hanno passati quindi a me pure a noi ce li passarono... Loro le fanno le polizza se non si guardano i documenti non ne fanno polizza, gli dici: 'io a voi mi affiso, me li danno e ve li mando".

"Sono 13 anni che travvagghio accussì"

Anche qualche cliente avrebbe manifestato dei dubbu e chiedeva a Francesco Mendola: "La prima polizza che hai stipulato a chi era intestata? Di cointestato non c'è niente, spuntano altri codici fiscali e risulta semestrale" e l'altro gli dava il nome del contraente reale, una donna. Il cliente allora esclamava: "E cu è? Risulta assicurata in capo a chista e se mi fermano? Ma perché non la puoi fare tutta a nome di mio padre?". E l'indagato spiegava: " Non la posso fare gioia, perché dovrebbe andare a rifare il passaggio di proprietà, ci sono un sacco di piccioli da spendere che non ti conviene! Perché tra un anno tuo padre si prende questa bella prima classe e il problema è risolto... Io sono 13 anni che travagghio accussì".

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