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Cronaca

"Un lavoro a mia figlia e alla mia compagna", la richiesta del funzionario all'imprenditore

Uno spaccato di corruzione che non si limita solo alle richieste di denaro. Ecco cosa emerge dalle intercettazioni dell'operazione "Black list", che ha portato all'arresto del presidente di Rfi Lo Bosco e due funzionari del Corpo forestale della Regione

“Intra a bursa c’era tutti così…nomi…cognomi….cunsumatu sugnu”. Così commentavano nella loro auto, dove era stata installata una cimice, l’imprenditore Massimo Campione e la sua assistente Maria Grazia Butticè, detta Margot, dopo il ritrovamento da parte della polizia di un “libro mastro” nella borsa di un imprenditore, contenente una lista di nominativi con tanto di importi. Numeri che, sommati, arrivavano a centinaia di migliaia di euro che l’agrigentino, amministratore dalla ditta Sistet Technology srl, avrebbe versato nelle tasche di due funzionari del Corpo Forestale, Salvatore Marranca, Giuseppe Quattrocchi e Pietro Tolomeo, e al presidente di Rfi Dario Lo Bosco, arrestati accusati a vario titolo di concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità. Ma questo primo filone delle indagini, curate dal procuratore Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Bernardo Petralia e del sostituto Claudio Camilleri, sembrerebbe essere soltanto l'inizio di qualcosa di più grande e che potrebbe comprendere nomi più pesanti, anche a livello politico.

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Le mazzette sono servite per aggiudicarsi un appalto da 25 milioni di euro per un progetto, realizzato in collaborazione con la T&t srl”, relativo all'ammodernamento tecnologico e potenziamento operativo del sistema di radiocomunicazione del Corpo Forestale della Regione Siciliana, compresa l'installazione di una dorsale digitale pluricanale e la realizzazione di un sistema di videosorveglianza di nuova generazione a tutela del patrimonio boschivo e delle aree naturali protette. Ma oltre ai contanti e ad alcuni condizionatori, chi intascava le tangenti aveva la necessità di "impostare" i propri cari con un posto di lavoro. “Marranca, dopo le richieste avanzatemi da Quattrocchi - ha dichiarato Campione durante un interrogatorio - mentre ci trovavamo presso l’assessorato di via Ugo La Malfa al Corpo Forestale, mi chiese soldi accompagnandolo con la frase 'mi costa assai mettere a tacere Cannarozzi…mi devi dare qualcosa…ho bisogno che lavorino mia figlia e la mia compagna'".

Una di loro sarebbe dovuta andare alla Sintec srl di Roma, l’altra presso la Autoservizi Cuffaro di Agrigento. Tutte azioni con le quali “mi assicuravo - ha dichiarato Campione - una ordinaria serenità del lavoro evitando di fallire”. “Marranca, Quattrocchi, Tesoriere (presidente della Facoltà di Ingegneria della Kore di Enna), Polizzotto, Lo Bello, Peppe, Salvatore, Mario, Tolomeo, Crisene, avv. Sartorio, Rino Gibilio”. Questi i nomi comparsi nella “black list” (da cui trae nome l’operazione di polizia che ha portato all'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per Marranca, Quattrocchi e Lo Bosco), che l’imprenditore agrigentino voleva far passare per operai (“Io ci dissi che sono muratura…per cinquecento-seicentomilaeuro…devo giustificare…ci pozzu dire che negli l’aiu avuto io sto sordi…quindi a ma incagliare… na poco di muraturi che si chiamano Marranca…Quattrocchi…Tesoriere…Lo Vosco… e Lo Bello"), cui si aggiunge quello del numero uno di Rfi. In prima battuta Campione, fermato per un controllo al ritorno dall’aeroporto palermitano, ha cercato di depistare gli investigatori spiegando che non si trattasse di Dario Lo Bosco.

Ma l’imprenditore, ascoltato durante l’interrogatorio, ha ammesso di chi si trattasse realmente: il presidente di Rete Ferroviaria Italiana nonché suo ex compagno di scuola. Da lui sarebbe dipeso il buon esito del progetto relativo al cosiddetto gancio ferroviario, un apparecchiatura tecnologica a distanza che avrebbe funzionato da sensore per segnalare lo stato di usura di una carrozza. Lo Bosco avrebbe incoraggiato l’imprenditore, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Ettorina Contino, a proseguire nel suo percorso. Poi si incontrarono, nell’aprile del 2013, passeggiando negli uffici dell’Ast, dove il presidente di Rfi disse al suo interlocutore: “Vedi tu quello che mi puoi dare”. E così nelle sue tasche sarebbero entrati 58.650 euro pagati in più tranches. Ma credeva di farla franca nonostante il sequestro degli appunti avvenuto nella notte tra il 3 e 4 settembre scorsi (GUARDA VIDEO): “Ma tu mi hai dato soldi?”, chiedeva Lo Bosco a Campione, con l’agrigentino che non poté fare altro che guardarlo negli occhi e annuire.

Che glieli avesse dati lui personalmente o meno cambia poco. Nella sostanza, come ammesso da Campione durante l’interrogatorio, “la tangente l’aveva consegnata per il tramite del Quattrocchi e Marranca, con i quali il Lo Bosco intratteneva rapporti diretti”. Tutto era finalizzato a un obiettivo, lavorare con serenità senza dover sbaragliare la concorrenza. Anche se questo poteva significare, come nel caso dell’appalto milionario per il progetto di ammodernamento tecnologico e il potenziamento del sistema di radiocomunicazione della Foresta, costruire “un’autostrada a 4 corsie per andare in campagna”. Così l’ingegnere Liborio Cannarozzi, consulente per conto della Regione della direzione dei lavori, definiva - secondo l’imprenditore agrigentino - il lavoro che sarebbe stato fatto. Diversamente sarebbero stati tanti gli ostacoli all’iter amministrativo da seguire. E come in altri episodi di corruttela, il funzionario (Marranca nel passaggio seguente) si metteva a disposizione dell’imprenditore per perseguire un interesse comune, intervenendo laddove necessario per apportare modifiche ai diversi passaggi del progetto, sui quali erano state espresse alcune riserve, per evitare la rescissione dei contratti.

Marranca: “Bah... bene! Io ho letto quelle ... le riserve…”;
Campione: “Sì”;
Marranca: “La bozza… diciamo delle riserve... g...se rimangono così…”;
Campione: “Uhm... uhm…”;
Marranca: “Io sarò costretto a fare in …a…tutela alla soci... come dire…la rescissione del contratto”;
Campione: “Vabbe'... e non lo so… eh... pìcciò che ne so... Io sono riserve reali... insomma…”;
Marranca: “Vediamoci… vediamoci…”; “E co... come che ci entra? Per come sono fatte le riserve è tutto… diciamo..., come dire... sono tutte in congruenza ...In cose ...de... della direzione dei lavori! E poi siccome il responsabile amministrativo sono io... e poi è tutta responsabilità mia, ah!”;
Campione: “Purtroppo è un problema di equilibrio! Pr…. l’equilibrio quale sono?”;
Marranca: “No vabbe... vabbe io…”;
Campione: “…incomprensibile... impresa!”;
Marranca: “Allora ...o li rivediamo… in maniera serena o diversamente io...l'indomani che mi arrivano ufficialmente io faccio la rescissione dei contratto... la revoca!... Dico,,, non ci sono mezzi termini ...diciamo... (omissis)”;
Marranca: “O si scrivono con giudizio le cose…”;
Campione: “…scrivere... Dai... vediamo come le dobbiamo scrivere. Basta che scriviamo, insomma! il problema mio è oggi purtroppo io questa cosa l'ho letta però non mi è sembrata che gravava per come è... (omissis)”;
Campione: “Io qua sono a Palermo... Io passo cinque minuti…”;
Marranca: “Eh... passa ... si.. Altrimenti giochiamo a fotti compagni!”;
Campione: “Sto venendo. Ok... rimaniamo così.,. Sto venendo…”; Marranca; “Non so se…”;
Campione: “Sto arrivando”; Marranca: “Ok... a posto”.

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